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19 ott 2013

Gambe corte e nasi lunghi

di Luciano Caveri

«E ora le quattro monete dove le hai messe? - gli domandò la Fata.- Le ho perdute! - rispose Pinocchio; ma disse una bugia, perché invece le aveva in tasca. Appena detta la bugia, il suo naso, che era già lungo, gli crebbe subito due dita di più. - Ah! ora che mi rammento bene, - replicò il burattino, imbrogliandosi, - le quattro monete non le ho perdute, ma senza avvedermene le ho inghiottite mentre bevevo la vostra medicina. A questa terza bugia, il naso gli si allungò in un modo così straordinario, che il povero Pinocchio non poteva più girarsi da nessuna parte. [...] E la Fata lo guardava e rideva.- Perché ridete? - gli domandò il burattino, tutto confuso e impensierito di quel suo naso che cresceva a occhiate. - Rido della bugia che hai detto. - Come mai sapete che ho detto una bugia? - Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito! perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l'appunto è di quelle che hanno il naso lungo». La distinzione, fatta da Carlo Collodi nel suo capolavoro per ragazzi, illuminante per gli adulti, fa sorridere: con le gambe corte non si va distanti, prima di essere scoperti, e la storia del naso lungo - che ha fatto scrivere pagine e pagine a psicoanalisti per la possibile lettura fallica dell'episodio e valida, in questa chiave, per altre immagini usate dell’intero libro - evidenzia come, molto spesso, le bugie siano visibili e non basta, come fa Geppetto, tagliare il naso, perché l'effetto duraturo della bugia torna, comunque, a galla. Bisogna poi ricordare che bugia - che nell'uso comune ha ormai seppellito il latinismo "menzogna" - viene dal provenzale "bauzia", di origini germaniche (esattamente dal tedesco "böse") nel significato di cattivo. Perché il bugiardo cronico, sia chiaro, è cattivo e non a caso Dante li mette in ribasso nel suo personale Inferno. Questa questione della visibilità delle bugie mi ha reso, nel tempo, serafico, che - nel gioco delle parole - viene da "serafino", quegli angeli che stanno sereni. Quando penso ad alcuni dossier, come la ferrovia, la "Cva", il Casinò e le Terme di Saint-Vincent, sono passato dalla rassegnazione all'attesa. Infatti, il famoso e feroce detto cinese che prevede di attendere sulla riva del fiume penso sia pieno di saggezza e evita soprattutto una dispersione inutile di energie. Il tempo è inesorabile per scoprire gambe corte e nasi lunghi.