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16 lug 2013

Pippi, una evergreen

di Luciano Caveri

Sarà capitato ai lettori con dei figli di trovarsi in difficoltà con il racconto del proprio passato. Talvolta vieni guardato come se fossi una mummia egizia rinvenuta in una tomba o come un mammut trovato in un pezzo di ghiaccio. Basta uno sguardo, fra disprezzo e umana comprensione, per sentirti "vecchio come il cucco". Anche questa espressione "cucco" temo sappia di muffa: per chi non lo sapesse "Cucco", o l'equivalente "Bacucco" deriverebbero dal profeta e santo Abacucco e dalla sua immagine, talvolta dotata di lunga barba bianca, segno di vecchia estrema. Penso di conseguenza che se già era stato difficile alla generazione anni Novanta di Laurent ed Eugénie capire che cosa fosse stata per la mia infanzia la "TV dei ragazzi", rinuncerò a farlo con il piccolo Alexis, figlio del nuovo millennio. Mentre nel mio caso nel tardo pomeriggio arrivava, con apposita sigla e ancora nell'epoca del monocanale "Rai" e del "bianconero", per i miei adolescenti la scelta dei canali era già infinita e si sommava al vasto mondo di videocassette e delle successive evoluzioni tecnologiche, ma per il bimbetto - oltre a tutto questo - esiste una logica "on demand" attraverso l'uso in particolare di quello strumento amichevole e tattile che è l'iPad con cui monta e rimonta le sue scelte. Ma la vendetta - anche per i papà dai capelli bianchi e oggettivamente attempati - si chiama Pippi Calzelunghe. Io attorno ai dieci anni scoprii nella "TV dei ragazzi" questa bambina protagonista della serie per il piccolo schermi tratta dal romanzo "Pippi Calzelunghe" (nome completo: Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe) della scrittrice svedese Astrid Lindgren. Ricorderete che la serie, fatta da ventisei episodi, era composta da avventure strampalate e con logiche anticonformiste (oggi posso dire un pelo diseducative), in parte vissute nella grande casa, "Villa Villa Colle", in cui la bizzarra protagonista vive un cavallo e una scimmietta, avendo come amici due fratellini, Tommy e Annika. Aggiungo che conosco a memoria la sigla che cominciava con: "Ecco sono qui Pippi Calzelunghe così mi chiamo; credo proprio che una come me non c'è stata mai! Ogni volta che devo far qualcosa combino guai, ma alla fine poi vedo che son tutti amici miei!" La piccola vendetta è che Alexis è schiavo di Pippi, che vuole vedere tutti i giorni su un canale satellitare. Passa il tempo, ma si vede che certe storie colpiscono ancora, segno che i "classici" funzionano. Non sa la creatura che l'attrice storica, Karin Inger Monica Nilsson, è bambina solo più in televisione, visto che è della classe 1959, di un anno più giovane di me... Io taccio, lasciandola negli evergreen, per solidarietà con la mia amica d'infanzia dalle trecce rosso fuoco.