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25 giu 2013

Grande Vespa!

di Luciano Caveri

Mi capita spesso di misurare, nella vita quotidiana, come quante cose cambino nel corso della nostra esistenza: siamo generazioni che vivono sempre di corsa a causa di mutamenti così repentini e onnicomprensivi, che tocca sempre essere all'inseguimento e non bisogna distrarsi nelle cose grandi, come nelle cose piccole e oggi - visto che sono giorni che sono un po' troppo serio - consentitemi di annotarne una minuscola e autobiografica. Come diavolo è possibile - mi chiedo - che la mia generazione guidasse serenamente la moto senza casco? Ricordo che l'obbligo fu sancito per legge solo nel 1986 ed era previsto per conducenti e passeggeri di moto e scooter sopra i 50 centimetri cubici. Nel caso dei cosiddetti motorini l'obbligo era limitato solo ai minorenni, ma poi dal febbraio del 2000 anche quelli al di sopra dei diciotto anni dovettero dotarsi di casco. Quando io ero ragazzo - pensa che fessi eravamo - consideravamo i rarissimi che indossavano il casco, per moto di piccola cilindrata come le nostre, degli autentici sfigati. Ci penso ora che, piuttosto raramente, salgo sulla "Vespa Primavera 125", ormai usucapita da mio figlio Laurent, ovviamente mettendomi il casco in testa, vezzosamente griffato Vespa. Si tratta della mia Vespa del 1975, rimessa a nuovo e meno taroccata di quanto fosse quella di allora tra sellino e marmitta. Quando ero ragazzo, appunto senza casco, mentre andavo, alla fine della scuola, a prendere la morosa dell'epoca - lungo una strada da Ivrea verso il lago Sirio - la gomma davanti finì in in un buco e capitombolai sino ad un guardrail, ancora oggi una maledizione per chi va in moto per la sua pericolosità. Finì tutto con gran botte e un certo rimbambimento e ricovero all'ospedale di Ivrea, dove - casi della vita - i miei genitori erano lì per una visita e li avvisarono dal "Pronto Soccorso" del figlio ricoverato. Si pensò chissà quale lesione, perché reagivo stranamente nel corso della visita, ma per fortuna - me hanno raccontato perché io ho un vuoto totale degli avvenimenti - dovevo solo fare la pipì! Probabilmente con il casco non mi sarei fatto niente. Oggi quando faccio qualche giretto sono prudentissimo e penso a chissà quale Santo ci proteggesse, quando - specie salendo in montagna - facevano i tornanti al pelo e qualcuno toccava leggermente la scocca della Vespa per fare delle lievi scintille. "Zingarate" da stupidi.