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26 giu 2013

Sulla 'ndrangheta in Valle

di Luciano Caveri

Essere vigilanti vuol dire, con senso della misura, avere paura. Quest'ultima vicenda di 'ndrangheta, che investe la Valle d'Aosta - in un misto fra delinquenza, ignoranza e stupidità - colpisce. Così come toccano nel vivo le parole serie e pacate degli ufficiali al vertice dei Carabinieri in Valle, che hanno denunciato i pericoli incombenti da non sottostimare. Chi - singoli e peggio ancora "famiglie" - ha trasferito in Valle d'Aosta tratti caratteristici della cultura mafiosa, in un asse con la Calabria che inquieta, va colpito senza pietà. Non sono accettabili connivenze o mollezze di nessun genere, pure quando riguardano piccole faide che investono immigrati più o meno recenti, che si allargano poi a macchia d'olio nei gangli della società ospitante, piegandola a metodi, usi e costumi che corrompono e possono diventare come un incendio scaturito da poche scintille. L'asse con la politica non è una variante ma una componente. Ricordo quando mi ritrovai, giovane deputato, a Bova Marina per un convegno sulla minoranza linguistica grecanica: per me, che la connection mafia-politica l'avevo letta sui libri o visto nei film, fu stupefacente quella full immersion con parecchi giovani e fu molto istruttiva. Capii come quel cancro mafie-politica fosse così radicato e diffuso, come poi capii poi e ancor meglio negli anni in Parlamento, parlando con colleghi del Sud "puliti" e anche con parlamentari collusi in tutta evidenza. Con la sgradevole sensazione che chi era sporco minimizzava oppure, peggio ancora, esprimeva un sospetto zelo antimafia, che serviva come "copertura". Anche da noi c'è chi gioca con il fuoco, facendo discorsi forti, ma poi vantando frequentazioni e legami imbarazzanti, specie in chiave elettorale. Chi ha letto in passato, come mi è capitato di fare in nelle mie funzioni istituzionali, delle note sul tema, constata come le cose siano peggiorate. Per questo - oltre al ruolo di contrasto della magistratura e delle Forze dell'ordine - sono necessari: la discussione in politica, la trasparenza amministrativa, il senso morale e quello del dovere, sapendo che idee e valori sono nel patrimonio storico e culturale della Valle d'Aosta e non c'è bisogno - nel rispetto di ogni insegnamento utile - di scopiazzare troppo regole cui ci si debba attenere. Bisogna, senza drammatizzazioni inutili ma in modo rigoroso, che funzionino tutti gli anticorpi contro una vera e propria malattia infettiva.