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07 mag 2013

Il 1° Maggio

di Luciano Caveri

Il verbo italiano "lavorare" deriva dal termine "fatica", mentre il francese "travailler" viene dalla parola "travaglio". Insomma l'etimologia mostra la considerazione: stanchezza e sofferenza. Oggi vien voglia di dire che a creare questa situazione è il contrario del lavoro: la disoccupazione, che è purtroppo uno dei tratti distintivi dei fondamentali dell'economia in crisi anche in Valle d'Aosta e i dati del peggioramento parlano da soli e nessuno può nasconderli nella melassa propagandistica del Governo regionale delle settimane prima del voto. Esemplare la consegna dei tablet a un certo numero di anziani, cerimonia che spero venga proposta in diretta streaming. Scrivo di lavoro il 1° Maggio, Festa dei Lavoratori. Ricordate le origini? Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese, che stabilisce: "Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i Paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi". Io sono di una generazione che ha visto trasfigurarsi la Festa, che un tempo aveva un certo côté popolare, mentre oggi è incarnata dal concerto musicale - che c'entra poco - in piazza San Giovanni a Roma e, in Valle, resta una manifestazione a Verrès, che ricorda un episodio storico, che così venne sintetizzato in un opuscolo sulla Resistenza di qualche anno fa: "30 avril - 1er mai 1944: soixante hommes de la bande Marius et de la bande Riccardino occupent Verrès après avoir désarmé la garnison de SS italiennes à la Centrale de Isollaz (un fasciste meurt dans le combat) et après avoir reçu la capitulation des détachements de la Guardia di Finanza et de la Milizia forestale. La population fête les partisans et organise un cortège à travers les rues du pays. Pour s’emparer à nouveau de Verrès, le 1er mai, les nazi-fascistes utilisent aussi un train blindé". Oggi, con banda municipale, corteo con bandiere delle confederazioni sindacali e discorsi celebrativi, ci si occuperà proprio del lavoro. Nel volantino distribuito negli scorsi giorni si legge fra l'altro: "I dati confermano lo stato di grave difficoltà per quasi sette milioni di italiani, non più in grado di far fronte ai bisogni elementari di sopravvivenza quotidiana. Siamo all'anticamera della disperazione collettiva, con la continua perdita della fiducia nel futuro. Se non siamo capaci di ridistribuire le ricchezze, non riusciremo ad uscire da questa crisi, ormai, strutturale. La difesa dello stato sociale sarà impossibile senza una crescita della nostra economia e dell'occupazione". Un discorso generale, non legato in particolare alla situazione valdostana, che immagino, invece, verrà in dettaglio affrontata nella parte degli interventi odierni. Credo che sia un bene che questo avvenga, perché sarebbe un contributo utile per il dibattito in vista delle imminenti elezioni regionali. Ho l'impressione che lo chiedano i cittadini, che vogliono sapere non solo quale sia l'esatto quadro della situazione senza omissioni, ma soprattutto reclamano di conoscere le soluzioni per invertire la rotta. Benissimo guardare al nuovo Governo Letta a Roma, ma anche in Valle d'Aosta bisogna fare di più e in fretta e con strumenti nuovi. Non con la solita minestra.