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01 feb 2013

La "Foire" alle porte

di Luciano Caveri

Che la "Sant'Orso", da domani sulla scena, sia benvenuta e che ognuno ne approfitti come preferisce. La Fiera millenaria - questo è il label che offre il senso della profondità storica - suona come un classico di stagione: un "punto a capo" classico nella vita di un valdostano medio. Non so dire a questo proposito quale sia l'appeal verso i giovani, che pure godono ormai di giorni di vacanza da scuola. Ognuno ha le sue preferenze. Io vi dico le mie in vista della due giorni che inizia domani. A me piace il momento dell'inaugurazione - che io feci arretrare al 30 perché era illogico farlo il 31, quando ormai la Fiera era in discesa, dopo la notte della Veillà - che si svolge a ridosso dell'antiche Porta Prætoria, una miniera d'oro per recenti scoperte archeologiche. Il Vescovo della Diocesi benedice la "Foire" ed i Vigili urbani di Aosta pongono su via Sant'Anselmo la vecchia bandiera che sancisce il "via". Poi mi piacciono le prime ore, quando - specie quando non c'è di mezzo un sabato o una domenica - si può respirare, mentre poi nel "pigia pigia" mi piglia una vaga agorafobia. Anche perché diventa una specie di flusso irregimentato, che non ti consente nessun vero e proprio movimento. Sulla "Veillà" confesso esperienze assai diverse: serate memorabili in una logica, sempre più complessa, di nomadismo o nottate simpatiche, in modo statico, nella cantina giusta o anche serate più mosce in giro o nella crotta sbagliata. Gli espositori: al centro trovi i "big" dell'artigianato-artistico, definizione nata come se artigianato da solo fosse quasi un limite, cui aggiungere "arte" come rafforzativo. Penso che sia stata una preoccupazione d'impreziosire alla fine piuttosto infondata, visto che l'etimologia della parola - dal latino "ars" - è già la stessa! Ma non bisogna essere snob: nella parte più periferica della Fiera si trovano spesso delle autentiche chicche, che magari hanno poco a che fare con la tradizione più stretta e sancita dalle regole canoniche, ma anche il nuovo ci sta e segno che le cose si evolvono, come avvenuto da sempre. Alla fine il bello della Fiera sta nel fatto che assomiglia ai "temi" che ci venivano assegnati alle medie. Dopo l'incipit, "Svolgimento", ognuno l'interpreta come vuole.