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07 nov 2012

Temi che fan tremare i polsi

di Luciano Caveri

Strutturare per i prossimi anni la politica sociale della Valle d'Aosta non sarà uno scherzo e porrà la politica di fronte a scelte delicatissime e che toccano tutti. L'assioma è ormai ben noto: ci saranno meno soldi e di conseguenza meno servizi alla persona e alla famiglia. L'impatto brutale è stato per ora solo annunciato, ma gli ulteriori tagli al nostro riparto fiscale creeranno uno scenario purtroppo doloroso ma banale. Bisognerà scegliere dove, come e quanto tagliare. Si tratterà di priorità mica da ridere, dopo anni in cui si sono allargate prestazioni di vario genere e tornare indietro rispetto a quanto acquisito non è mai facile da spiegare. Ma la questione per molti versi è ancora più complessa, come posso mostrare con due fra i tanti esempi possibili. Pensate - ed è il primo caso - alla Finanziaria regionale del prossimo triennio e a un dilemma mica da ridere: a fronte di un aumento della popolazione anziana, i tagli agli enti locali rischiano di mettere in forse l'esistenza stessa delle microcomunità per anziani più piccole, specie nelle vallate, mentre quelle appena rifatte rischiano di non essere aperte per via di problemi finanziari e di personale. Se a questo si somma la difficoltà di bilancio nel sostegno alle badanti per gli anziani. allora il cerchio, in negativo, si è chiuso perché il sostegno pubblico ad un'assistenza in casa serviva proprio ad evitare troppe richieste per le "micro". Esempio di difficoltà da affrontare in una società che invecchierà ancora e con "grandi vecchi" che, quasi in automatico, finiscono ormai per cadere nella disabilità più o meno grave con il terribile problema delle persone affette da morbo di Alzheimer. Cambiamo scenario per la seconda considerazione: in Valle non si ferma l'arrivo di stranieri, che oggi rappresentano il dieci per cento dei residenti. Perché, a fronte della crisi economica, non decrescono come avviene altrove? Per la qualità dei servizi a beneficio di questi nuovi cittadini che coprono ormai, con il ricongiungimento delle famiglie ai lavoratori giunti anni fa, diverse fasce d'età e con condizioni familiari che consentono loro di fruire di diverse forme di aiuto e di risultare favoriti nelle diverse graduatorie che siano la casa, l'asilo, la microcomunità. A questa crescita corrispondono prestazioni inferiori per chi c'era già per ovvie ragioni, peggiorate - come dicevo in premessa - dal ridursi delle disponibilità finanziarie pubbliche e dalla concorrenza accresciuta in un mondo del lavoro con meno possibilità d'occupazione, I due esempi innescano diverse riflessioni. Pensate allo scontro fra generazioni in società demograficamente orientate alla vecchiaia con base ristretta di lavoratori attivi. Immaginate cosa significherà l'incomprensione di parte della popolazione contribuente per quei servizi forniti a immigrati di recente arrivo nella nostra comunità, pur contribuenti anche loro. Riflettete su cosa significhi una coperta troppo corta che, comunque tu la tiri, scopre qualcosa e ciò in più implica, in un momento già di crisi, una maggior compartecipazione economica dei cittadini che si somma al salasso delle tasse, dei tributi e delle tariffe. Tematiche colossali da affrontare senza tabù per evitare che i nodi arrivino al pettine in modo traumatico.