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21 ott 2012

Un "rottame" d'esperienza

di Luciano Caveri

Immagino di essere un soggetto politico "rottamabile". Lo dice Matteo Renzi (io a 37 anni, sua età attuale, finivo la terza legislatura come deputato) e lo dice Beppe Grillo (che ha dieci anni più di me). Per carità bisogna fare di necessità virtù e rendersi conto dell'aria dei tempi e non stare a polemizzare, specie perché in politica essere stato - per carità, lo dico con ironia - "enfant prodige" rischia solo di portare sfortuna. Ogni difesa d'ufficio rischia perciò di essere peggiorativa. Come faceva qualche avvocato svogliato meglio limitare i danni e dire «mi rimetto alla clemenza della corte» ed in tempi di anti-politica rischia di essere un esercizio rischioso e agevolare il lavoro del boia di turno. Eppure mi arrischio e dico come la penso. Lo dico in termini astratti, anche perché dovessi oggi affermare con esattezza che cosa farò della mia vita politica non lo so assolutamente. In ogni passaggio elettorale ho sempre pensato che potevo uscire così com'ero entrato, trattandosi della legge fondamentale della democrazia. La fortuna e la fiducia dei cittadini mi hanno consentito diverse esperienze e sono contento di aver avuto questa opportunità. Ho imparato che la politica è un'attività complessa e bisogna approcciarsi ad ogni mandato con umiltà e impegno qualunque sia il posto dove si esercita l'incarico. Questa lunga esperienza mi porta a dire che, come in tutte le attività della vita, bisogna conciliare rinnovamento e esperienza. Operare con la logica esclusiva del limite dei mandati o dell'età per evitare gerontocrazie può essere una scelta ragionevole a condizione sempre di un passaggio delle conoscenze per evitare che chi arriva sia come una monade senza memoria. Nella storia della nostra autonomia speciale, questa logica del passaggio di testimone ha abbastanza funzionato, ma è inutile negare che ci sia stato un rallentamento della relève che per altro corrisponde ad una società in progressivo invecchiamento. Se in una comunità si inceppa il meccanismo del rapporto intergenerazionale sono guai e ci rimette il sistema tutto intero. Personalmente ho sempre lavorato volentieri con i giovani ma ho conosciuto vecchi straordinari e dunque classificare solo per età mi va stretto. Dice Rita Levi Montalcini, 103 anni, scienziata "premio Nobel" e senatrice a vita: «ho ottimi rapporti con le giovani che lavorano con me, perché sentono che posso aggiungere qualcosa che manca alla loro formazione: l'intuito». Émile Chanoux, quando morì nel 1944, aveva solo un anno in più di Matteo Renzi...