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01 giu 2012

A proposito del Gran Paradiso

di Luciano Caveri

Il "Parco del Gran Paradiso" festeggia i propri novant'anni con una serie di manifestazioni celebrative. E' bene che ciò avvenga per l'importanza storica di questa area protetta a cavallo fra la nostra Regione e il Piemonte, la cui esistenza stessa - come si legge dai documenti d'epoca - è stata garantita sul nostro versante dalle autorità valdostane della prima autonomia, quando lo Stato era ancora nel caos e in altre cose affaccendato. Poi purtroppo negli anni successivi il Parco nazionale è diventato il simbolo della protervia centralistica e ogni tentativo della Regione di rivendicare funzioni e competenze sul proprio territorio è stato frustrato e solo di recente - nella vicenda della rettifica dei confini - si è visto qualche barlume di buonsenso. Io ho seguito la difficile evoluzione giuridica delle vicende alla Camera e non solo. Due i passaggi fondamentali: mi riferisco alle numerose sentenze sulla materia della Corte Costituzionale (n. 219 del 1984, n. 359 del 1985, n.151 del 1986 e n.344 del 1987), che confermano la necessità di avere sul Parco apposite norme di attuazione del nostro Statuto. Ogni tentativo di farlo è caduto nel vuoto, malgrado le sollecitazioni della Consulta e questo lo si deve a parte del mondo ambientalista che ha sempre agitato lo spauracchio della speculazione, quando invece soluzioni di buonsenso sono possibili e nel frattempo addirittura il Parco nazionale alpino "gemello", quello dolomitico dello Stelvio, è stato "provincializzato" e "regionalizzato".  Altra attività lunga e faticosa fu seguire l'iter della legge quadro sui Parchi, la 394 del 1991, per armonizzarla con le particolari condizioni del Gran Paradiso - penso alla sorveglianza - e per evitare che quella legge accentuasse il centralismo ecologista che ha, tra l'altro, moltiplicato i Parchi nazionali in Italia, privando di risorse quelli storici come il Gran Paradiso. Chissà che il Presidente valdostano del Parco, Italo Cerise, la cui competenza è evidente e si associa ad una profonda conoscenza del territorio, non decida - naturalmente nel rispetto delle diverse posizioni su questi temi - di aggiungere alle molte manifestazioni in corso anche un approfondimento su questi argomenti per memoria storica e per una riflessione di prospettiva. Altrimenti mancherebbe un pezzo importante di questi novant'anni.