Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
24 mag 2012

I lavoratori della forestazione

di Luciano Caveri

Io capisco il disagio di operai e impiegati forestali e non si può far finta di niente.  Vorrei spiegarne brevemente le ragioni. La forestazione, termine che comprende una serie di lavori vari nella cornice naturale della nostra Valle, è un lavoro stagionale che da tempo non era precario per la gran parte degli addetti per una ripetitività consolidata nel tempo. Tuttavia, anche quando ero presidente della Regione, si ragionava su due circostanze. La prima era evitare che il numero di persone interessate si gonfiasse eccessivamente nel meccanismo "lavoro-disoccupazione" che, specie per i più giovani, rischiava di essere un dissuasore per l'occupazione per altri settori, tipo edilizia, agricoltura, turismo ed impianti a fune. La seconda era l'idea che si dovesse trovare una formula, tipo "Azienda speciale", che radicasse i lavoratori in un rapporto di lavoro più stabilizzato.

Poi, invece, in questa Legislatura, per un'interpretazione rigida del celebre "Patto di stabilità" la scelta per la forestazione e non solo è stata quella di dar vita ad una società partecipata nota come "Salvaprecari". Chi, come me, chiese lumi sulle ragioni giuridiche esatte di quella scelta si trovò di fronte a motivazioni non sempre convincenti e risposte seccate su certi dubbi. Si scoprì poi che certe obiezioni non dovevano essere così peregrine se si scelse la via nuova degli appalti ai privati dei cantieri. Anche in questo caso - non per fare l'"uccello del malaugurio" - segnalai qualche dubbio sull'efficacia della scelta, ma mi si spiegò che avevo torto e tutto avrebbe funzionato a meraviglia. Ora nell'assestamento di Bilancio arrivano soldi per cantieri diretti per gli ultracinquantacinquenni nel settore dell'ortofrutta, segno che qualcosa non dev'essere andato per il verso giusto. Ma quel che preoccupa è - allo stato - l'incertezza, che penso sia una delle ragioni di una generalizzata arrabbiatura. Alle rassicurazioni sempre fornite sembra non corrispondere una certezza e una trasparenza dei dati, quando la bella stagione è ormai avviata e il lavoro dovrebbe essere in corso. Non a caso nell'ultimo Gruppo unionista è stato l'assessore Laurent Viérin a domandare cifre sicure per rispondere ai molti che chiedono informazioni, specie chi è interessato di persona e si trova in attesa di sapere che fine farà. Circostanza umanamente difficile e socialmente pesante. I cambi di strategia in pochi mesi sul medesimo oggetto creano sconcerto e forse è davvero il momento di fermarsi per capire. So che il tema può prestarsi a speculazioni politiche, ma questa tentazione non mi appartiene. Si tratta di essere chiari nei fatti e nelle circostanze a beneficio di tutta la comunità e dei lavoratori in attesa di sapere cosa avverrà nel breve e nel prossimo futuro.