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01 giu 2012

Ah! La politica...

di Luciano Caveri

Tante volte ho scritto in questi mesi della politica valdostana. Non avrò, come si dice, "ruoli apicali" - almeno sul piano locale -  ma penso di aver accumulato una qual certa esperienza per poter dire la mia. Certo è che qualunque cosa uno scriva si fa dei "nemici". Per cui forse ha ragione chi non scrive mai o chi, quando parla, lo fa con discorsi "double-face", la cui lettura può avvenire a seconda di come ad uno piaccia interpretarli, cioè buoni per tutti gli usi. Mai tenersi preclusa un'uscita di sicurezza. Se si parla del fronte interno all’Union Valdôtaine mi trovo di fronte al tabù del "centralismo democratico". Della serie: per chi fa una caricatura della democrazia, una volta decisa a maggioranza una cosa si deve stare zitti e eseguire con obbedienza (e comunque, in generale, il silenzio è considerato segno di fedeltà). Concezione piuttosto dubbia non perché non ci si debba adeguare alla linea del partito, ma perché credo che sia giusto che questo avvenga in maniera dialettica e chi dissente alla luce del sole lo deve poter fare senza essere considerato un reietto. Se uno dice che l'alleanza con la Destra è stato un errore e invita - "se non ora quando", dopo gli esiti delle amministrative di ieri - ad una riflessione, si trova con i pidiellini furiosi che ti accusano di essere «comunista» e indegno di essere considerato un interlocutore politico e serrano i ranghi invece con chi sostiene di voler loro bene (così pensano). Potenza delle "cabine di regia", nuovi esecutivi extra-statutari del XXIesimo secolo. Lo stesso vale a Sinistra, quando sommessamente si nota che il Partito Democratico oggi governa a Roma con Mario Monti, sostenuto anche dal Popolo della Libertà, e che quindi anche se in Valle fanno cani e gatti, in realtà nella romana "Fattoria degli animali" l'accordo c'è e questo apre agli scenari di protesta genere "Grillo & c.". Oppure quando noti che l'Alpe, movimento autonomista di lotta, ha spostato il baricentro così a sinistra da trovarsi penzolante nel vuoto. Oppure ancora quando - per completare il giro di chi fai arrabbiare - ti domandi dove vogliano andare gli altri due movimenti autonomisti sulla piazza, uno dei quali - la Fédération Autonomiste - ha fatto il giro dell'oca dei flirt politici. Come si dice: «Vai avanti tu che mi viene da ridere». Eppure, al di là del tono, che spero si sia capito, resto ovviamente cosciente che la politica è mutevole per definizione e che nessuno può fare a meno di alleanze. La verità non piace mai e questo naturalmente lo dico anche a me stesso, avendo anch'io le mie colpe - ben spalmate nella lunga carriera politica - e non avendo mai neppure io gradito le critiche. Ma garantisco che, anche quando facevano male, ci ho sempre riflettuto. Sulla situazione attuale siamo certi che: «Tout va très bien, Madame la Marquise?». L'interrogativo resta sempre valido.