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23 apr 2012

Le soap e gli intrighi veri

di Luciano Caveri

La televisione ha pesato non poco sulla mia generazione, che pure l'ha vista nascere e svilupparsi con programmi che hanno caratterizzato certe epoche della vita. Penso a "Capitol", che è stata la prima soap opera americana, trasmessa dalla "Rai" fra il 1983 e il 1988. Narrava delle vicende incrociate di due famiglie, i Clegg e i McCandless, avversari in politica - a partire dagli anni Cinquanta - attraverso gli scranni del Congresso degli Stati Uniti. Si aggiungevano storie d'amore, anche fra i due clan avversari, con tutti i condimenti dell'intrigo fra potere e politica. Seguirà a ruota, sempre prodotta dalla "Cbs", la serie "Beautiful". La prima soap l'ho seguita per anni, la seconda l'ho vista distrattamente e, poiché mia figlia la segue ancor oggi, capita di guardare con divertimento i personaggi invecchiati e vittime della chirurgia plastica, oltreché di intrighi erotici senza limiti logici che richiedono una specie di albero genealogico per raccapezzarsi.  Oggi mi capita di seguire, dopo la chiusura dei programmi di RaiVd'A, "Un posto al sole", una soap ambientata a Napoli, trasmessa dal 1996 e che sfiora ormai le 3.500 puntate. Un programma, risposta "italiana" allo strapotere americano, dall'incredibile longevità e non so francamente come facciano gli autori a star dietro agli intrighi e ai personaggi che invecchiano con i loro spettatori. Trovo che, in televisione come nei gusti letterari, si debba essere felicemente onnivori senza particolare snobismo. E poi - diciamoci la verità - le trame contorte delle soap vengono regolarmente sorpassate dalla realtà, come mostrato in queste ore dalla morte drammatica di Piermario Morosini, calciatore del Livorno con la scoperta di una vita piena di dolori o le vicende grottesche del faccendiere Valter Lavitola, autentico maramaldo o i tesori nascosti nella sede della Lega tipo "Isola del tesoro".