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29 mar 2012

Il bivio per il commercio

di Luciano Caveri

In questi giorni entrerà nel vivo una discussione politica mica da ridere ed è bene conoscere la posta in gioco. Mi riferisco alla pressoché totale liberalizzazione del commercio, derivante da una scelta del Governo Monti che, nel nome del principio di concorrenza e di massima apertura del mercato, ha previsto di sradicare pali e paletti che in diverse Regioni italiane - compresa la Valle d'Aosta - avevano impedito di aprire in passato indiscriminatamente grandi e medie distribuzioni, prevedendo regole, in deroga alla riforma liberalizzatrice del "decreto Bersani" del 1998. Ora, nelle intenzioni governative, le Regioni devono adeguarsi a limitazioni leggere, che parlano in modo generico di ambiente e lavoro. il Presidente della Toscana, Enrico Rossi, ha detto, come altri suoi colleghi: «la liberalizzazione totale e selvaggia degli orari e delle aperture è solo un altro regalo alla grande distribuzione e una batosta per le piccole imprese. Un minimo di regole è utile anche alla concorrenza». Per questo la norma è stata impugnata alla Corte Costituzionale e altrettanto hanno fatto altre Regioni, come la "speciale" Friuli-Venezia Giulia in difesa del proprio Statuto. La Provincia autonoma di Bolzano si è fatta una sua legge provinciale, rivendicando anch'essa la difesa del suo Statuto, mentre Trento ha annunciato di ritenere sufficiente la proprio legge già in vigore, che mira ad evitare un'apertura indiscriminata di esercizi di grande distribuzione. Anche la Valle d'Aosta si trova ad un bivio fa una ricezione delle nuove norme statali senza aggiunte e integrazioni, consentendo senza dubbio le aperture e utilizzando in minuscola parte la competenza primaria in materia urbanistica, oppure può dotarsi di norme originali che consentano certo di adeguarsi alla concorrenza accresciuta prevista dall'Europa, ma senza il rischio del "liberi tutti". Una "liberalizzazione selvaggia", infatti, impatterebbe sull'esistente piccolo e grande nella rete commerciale e agevolerebbe l'arrivo non solo dei gruppi importanti di cui si parla a Sarre ed a Quart, ma anche di "competitor" di livello ben più basso, come rischia di avvenire con certi gruppi cinesi.  Vedremo tra breve quale scelta sarà operata.