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23 mar 2012

Contro l'antisemitismo

di Luciano Caveri

Mi è capitato negli ambienti più impensati e con persone di cui mai avrei detto di vivere il tremendo imbarazzo di ascoltare "una barzelletta sugli ebrei" e sui loro difetti come occasione di dileggio. Ho avuto l'occasione di incontrare dei cretini che hanno cercato di spiegarmi, come se fossero veri, cosa contenessero i "Protocolli dei Savi di Sion", un falso storico novecentesco che racconta del complotto ebraico per conquistare il mondo. Mi sono trovato a perdere la pazienza con chi faceva proprie le rozze teorie del negazionismo dell'Olocausto, sostenendo che i campi di sterminio fossero niente altro che un'invenzione ebraica. Ho dovuto sorbirmi spiegazioni di chi nella sinistra estrema associava gli israeliani di oggi, per i loro comportamenti con i palestinesi, ai nazisti di ieri. Ho trovato cattolici ancora imbevuti di quelle idee retrive contro "il popolo che uccise Gesù". Questo è il terreno di coltura dell'antisemitismo, dove nascono poi i matti come quello che ieri a Tolosa ha ucciso tre bambini e un rabbino di fronte ad una scuola ebraica, purtroppo nel solco nelle persecuzioni che nei secoli gli ebrei hanno dovuto subire per la loro "diversità". Tolosa, città ai piedi dei Pirenei e capitale culturale per gli occitani, ha sempre avuto dal Medioevo un'importante comunità ebrea, elemento di ricchezza di una città ricca culturalmente che ho visitato più volte con vivo interesse. La condanna non basta e neanche piangere di fronte all'orrore. Ci vuole, come risposta, l'insegnamento della storia come unica fonte di ammonimento per capire certi fatti. L'assassino sarà preso, ma vedrete nelle ore successive - in quello spazio libero che è il Web - l'esibizione di quanti non sanno cosa significhi questa libertà e dovremo subire quelli che riprenderanno, a difesa di un criminale, tutto il vomitevole armamentario antisemita.