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10 mar 2012

Le differenze fra generazioni

di Luciano Caveri

L'altro giorno con un tweet ho evocato l'importanza per me del 22 febbraio, data beneaugurante, essendo anche la data di nascita di mio papà, visto che quel giorno nel 1980 entrai alla "Rai" di Aosta come praticante giornalista. Un'occasione che mi permise, prima del lungo "prestito" alla politica, di vivere esperienze bellissime. Erano, tra l'altro, anni particolari per l'informazione radiotelevisiva con il dilagare della liberalizzazione dell'etere, che permise ai giovani di allora di avere nelle radio e televisioni "libere" (così si definivano con una dose di ingenuità) un trampolino di lancio. E, in contemporanea, con la nascita della Terza Rete televisiva, allora denominata quale rete regionale, si aprivano possibilità - che ebbi l'opportunità di sfruttare - e che mi permisero di entrare nel servizio pubblico radiotelevisivo appena ventenne. Al mio messaggio su Twitter ha risposto, giustamente sardonica, una collega di oggi, segnalando come lei pensi che l'assunzione a tempo indeterminato scatterà per lei nel... 2020. Purtroppo questa è la verità rispetto alle occasioni di lavoro di oggi, pur interessanti in prospettiva per le nuove modalità di comunicazione su Internet, che prefigurano una rivoluzione simile a quella che ebbi l'occasione di vivere in una rara situazione nascente. Ma oggi appunto le modalità di assunzione sono diventate le più varie nel mondo giornalistico e l'assunzione a tempo indeterminato se arriva è solo alla fine di un "percorso di guerra" mica da ridere e che talvolta lascia per strada molti che nel frattempo si stufano di aspettare. E' per questo, in fondo, che questo gran parlare della maggior facilità di licenziamento sembra essere qualcosa di paradossale per chi aspetta il suo turno per un assunzione certa, oltretutto in un periodo in cui vi è una disoccupazione giovanile da record. E questo si registra purtroppo anche qui in Valle.