Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
02 mar 2012

Cinque punti per l'autonomia

di Luciano Caveri

Se fossi stato nelle condizioni di esprimermi, in occasione della "Festa della Valle d'Aosta", avrei fatto ruotare il mio intervento attorno a cinque punti.

L'Autonomia speciale è minacciata dall'esterno: troppi i pretesti per invadere poteri e competenze statutarie, grave il mancato rispetto del riparto fiscale e in generale insopportabile il clima di incomprensione e di avversione verso le "speciali"; L'Autonomia speciale è minacciata dall'interno: sembra mancare la consapevolezza di che cosa sia l'Autonomia speciale, non si capisce se e come la comunità sia disponibile a reagire e troppi gongolano anche fra di noi degli attacchi provenienti dall'esterno. In questa situazione, quel che resta dell'area autonomista ha grandi responsabilità politiche e la responsabilità più grande è in capo all'Union Valdôtaine, dove pare non apparire a pieno la consapevolezza che in tempi grami il "serrate le file" funziona solo se i meccanismi di discussione interna sono limpidamente democratici. La comunità valdostana cambia con rapidità e le ondate migratorie, che arrivano da sempre più distante, hanno indebolito la capacità d'integrazione e si impongono modelli culturali estranei alle tradizioni locali, di conseguenza diventa capitale fissare regole chiare di convivenza e di cittadinanza comune. E' giusto, in questo contesto, trovare una modalità per fare il punto della situazione, senza - in assenza del principio dell'intesa - imbarcarsi nella scrittura che sarebbe in verità necessaria di un nuovo Statuto, ma capendo dove siamo con quello attuale, norme d'attuazione comprese.