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29 feb 2012

La schiena dritta

di Luciano Caveri

Capita, ogni tanto, di interrogarsi sui tempi che stiamo vivendo. L'occasione per farlo può essere la più disparata. Un vecchio rotariano di Aosta, tempo fa, mi aveva scritto per chiedermi se in fondo chi come lui si era battuto negli anni difficili fra il 1945 e il 1948 per l'Autonomia speciale, in seno all'Italia, non fosse stato preso in giro, perché certe promesse non erano state mantenute a vantaggio della Valle. Per lui un esempio era quello della "zona franca" prevista dallo Statuto e mai realizzata. Mi sono così ritrovato al "Rotary" di Aosta per una conferenza, come nelle abitudini di questo sodalizio, che macina ogni anno decine e decine di incontri sui temi più disparati. E io, in ossequio ai dubbi di un novantenne che andavano presi sul serio, ho tentato di analizzare in breve il percorso della nostra Autonomia speciale negli ultimi settant'anni, tempo ridicolo per il lungo respiro della Storia, ma nel quale si sono registrati tali e tanti cambiamenti da lasciare a bocca aperta. Ogni tanto mi domando se certi appelli alla consapevolezza della nostra attuale identità politica siano come "abbaiare alla Luna", cioè una specie di sfogo inutile. E mi convinco sempre di più che non lo siano e che il dovere del politico valdostano non sia solo quello di macinare atti amministrativi e fare il superdirigente, come pure capita, ma di mantenere vive la ragioni che hanno portato alla nascita di una Regione autonoma. E bisogna farlo, a maggior ragione. quando si avverte non solo una caduta d'interesse nella nostra comunità, ma soprattutto si nota un oblio di certi valori fondanti, che sono un viatico per mantenere la schiena dritta a fronte di un clima di crescente ostilità verso le Autonomie speciali. Consapevolezza e dirittura morale sono i presupposti per avere una politica degna di questo nome  e delle responsabilità derivanti ai valdostani dallo Statuto. Raccontare l'autonomia valdostana attraverso i fatti lontani e quelli vicini, esaminando il cammino delle norme giuridiche e dei rapporti politici, può essere appassionante per chi lo racconta e - mi auguro - per chi ascolta.