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30 gen 2012

La garrotta al collo

di Luciano Caveri

Un dovere della politica oggi in Valle è quello di comunicare la delicatezza del momento. La nostra finanza pubblica vive attimi complessi: i "tagli" al riparto fiscale con lo Stato erano una realtà ormai regolata dalle norme di attuazione, quando si è aggiunto l'inatteso "colpo di coda" del Governo Berlusconi, che già aveva costretto nel corso dell'approvazione della Finanziaria regionale 2012 a rinviare ad aprile una seconda fase della manovra per "tagliare" ancora una cinquantina di milioni di euro. Poi è arrivata la manovra Monti: con il primo decreto legge, ormai convertito, ci sono ulteriori conseguenze, ad esempio dalla scelta di inasprire la fiscalità prevedendo che una parte delle entrate finiscano dritte filate nelle casse dello Stato con la motivazione del rientro dal debito pubblico. Un cambio delle regole in corsa, che viene alla fine giustificato dal solito refrain «siete troppo ricchi» e dall'evidente arrière-pensée che ritiene le autonomie speciali siano un anacronistico privilegio. Esiste una campagna ben orchestrata in proposito che non va sottostimata e a cui dovrebbe corrispondere, come non mai, una posizione autonomista netta. Sicuramente bisogna trattare, ma - per favore - collochiamo con chiarezza l'Union Valdôtaine in una posizione libera rispetto a Popolo della Libertà e Partito Democratico, oggi uniti dall'insolito destino di essere alleati di governo e fa sorridere che spesso in Valle facciano i cani e i gatti. Esemplare per capire questo clima di manifesta ostilità verso le Regioni a Statuto speciale è  la questione della revisione assai complessa della fiscalità sulla casa. Un autentico dedalo di norme che "spremerà" il cittadino e che, nel caso nostro, trasforma i Comuni in occhiuti gabellieri che devono applicare aliquote con scarsa possibilità di manovra e con il paradosso di denari che andranno a Roma con un meccanismo di prelievo ulteriore e punitivo per le autonomie speciali del Nord come tassa sulla tassa. I nostri Comuni non a caso stanno tribolando a chiudere i bilanci e i cittadini tra breve "scopriranno" l'entità di una stangata i cui proventi andranno in larga parte altrove. Il secondo decreto Monti sulle liberalizzazioni nasconderà di certo qualche ulteriore "perla" che colpirà le "speciali" nel mirino di uno Stato che ha deciso la tattica insidiosa del soffocamento. Una specie di garrota, usata pian piano per raggiungere il risultato. Quel che colpisce è l'uso fittizio e strumentale dell'Europa, delle sue politiche di stabilizzazione e degli obblighi di rientro dal deficit pubblico, adoperate per tagliare i soldi e per cancellare - in una logica di centralismo politico - le differenze nell'ordinamento giuridico.