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19 nov 2011

Onestà e normalità

di Luciano Caveri

Si possono dire tante cose su questa situazione italiana. Intanto va bene inserirla in un contesto europeo e in una logica mondiale, ma a noi spetta anche valutarla nel rapporto con la Valle, non vivendo, noi valdostani, nell'iperuranio. Per questo va seguito il destino del costituendo Governo, che sarà presieduto da Mario Monti. Capisco le difficoltà e penso che la scelta dei "tecnici" sia da considerarsi sempre una "extrema ratio", perché la scelta di "tecnici" in ruoli esecutivi - l'ho detto anche in Valle al momento dovuto, quando venne scelto un assessore tecnico - è sintomo di crisi della politica.  Ma la discontinuità avviene, in questo caso per il Governo nazionale, in un solco che serve per riavviare il sistema. C'è bisogno anzitutto di onestà. Una parola semplice, che viene da onore e sintetizza integrità morale e dignità personale. Penso che il termine e soprattutto i comportamenti ad esso collegati non siano mai passati di moda. Molto semplicemente c'è stato un periodo in cui l'onestà ha avuto un'eclissi a vantaggio dei "furbi" e ciò non poteva durare all'infinito. In un'Italia in cui tutto è diventato eccezionale e straordinario bisognava avere una stella polare e forse i due punti di riferimento sono, come detto l'onestà, cui aggiungerei una seconda parola: la normalità.  Anche questa seconda parola è antica e viene dal greco e indica il regolo, la squadra, cioè strumenti semplici di precisione che servono per le misurazioni. La norma di legge è lo strumento che serve per regolare una società attraverso regole (vedete?) scritte e valide per tutti. Come dire che tutto si tiene in questa speranza di cambiamento. Nessuno si illuda che sia un cammino semplice e piano, anzi l'attraversamento faticoso del deserto probabilmente è ancora in corso. Quel che bisogna fare oggi è guardare al futuro e rimboccarsi le maniche. Lo dobbiamo fare perché l'alternativa non esiste e non ci sono scorciatoie. Il "Paese dei balocchi"esiste solo nelle favole e queste bisogna raccontarle ai bambini non agli adulti. Per altro, va ricordato che non a caso Pinocchio, ingannato da Lucignolo, dopo un soggiorno in quel luogo del bengodi, si trasformò in un asino...