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10 nov 2011

Amore allo stato puro

di Luciano Caveri

Osservavo ieri, all'ora della uscita dalla scuola, nei pressi della stazione ferroviaria d'Aosta, nugoli d'adolescenti nella paralisi del traffico nei minuti immediatamente successivi al suono della campanella. Un movimento caotico pieno di leggerezza e allegria di questi giovani sospesi nella loro beata giovinezza come farfalle, come bolle di sapone, come note musicali. Ai tempi della crisi, che ci ingrigisce nelle preoccupazioni quotidiane e nelle incertezze che si ammucchiano in una politica italiana che oscilla tra dramma e barzelletta, certi spettacoli - che sono poi la quieta quotidianità - sono una consolazione. Di adolescenti ne ho due, irritabili e umorali, come da copione alla loro età. Li vedi crescere e sono assieme bambini e adulti, trasparenti e problematici, affettuosi e rivendicativi. Ci sono tratti eterni di questa condizione giovanile e ci sono anche aspetti nuovi che ogni generazione si trova a vivere. Nel loro caso vivere come minoranza in una società invecchiata con una televisione onnipresente e Internet che crea un mondo parallelo e loro sembrano, con la nostra complicità di genitori, proteggersi dal mondo, avendo niente a che fare con il ribellismo che avevano noi, pur con tanta ingenuità, da ragazzi. E noi adulti di oggi stiamo giocando loro un brutto scherzo. Rischiamo di non lasciarli in santa pace godersi la loro vita nascente e effervescente per la naturale e protettiva angoscia, piena di apprensioni, che ci attanaglia. Cosa li aspetta? Qual è il testimone che dovremo consegnare loro? Come impostare studio e lavoro per conciliare gusti e speranze con il mercato del lavoro per il loro futuro? Come esprimere le preoccupazioni di oggi ma in un quadro realistico che li stimoli senza creare dell'ansia? Forse sono davvero problemi che ci creiamo noi per loro e non dobbiamo annacquare la loro voglia di vivere con le nostre preoccupazioni, pur generate da amore allo stato puro.