Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
15 feb 2012

Senza tabù

di Luciano Caveri

Esiste in Valle una percezione che le infiltrazioni mafiose non siano da sottovalutare, specie della 'ndrangheta calabrese. Parlarne non è facile in politica per almeno due ragioni. La prima è il peso politico del voto calabrese e il timore che evocare certi fantasmi possa far nascere il sospetto di un'attitudine antimeridionale che finisca per colpire indiscriminatamente una grande comunità installata in Valle in modo graduale e crescente nell'ultimo mezzo secolo. Usare certi tabù - magari per soli fini elettoralistici - rischia di nuocere, invece, alla grande parte di calabresi onesti ormai perfettamente integrati. La seconda è la complessità dei legami, che rendono difficilmente intellegibile l'incidenza dei fenomeni mafiosi e di malaffare, che dovrebbero - uso il condizionale - risultare estranei nella loro origine e trasformazione nel tempo alla società valdostana. Ma troppi segnali suonano come un campanello di allarme e la politica non può risolvere il caso con un'alzata di spalle o rifacendosi a rapporti tranquillizzanti del passato, perché le cose evolvono con rapidità e far chiarezza evita leggende metropolitane e boatos. Sul fenomeno nascerà a breve, risolta una querelle sulla presidenza, una Commissione apposita del Consiglio Valle con un tempo breve d'azione. Ho lavorato in Parlamento in Commissioni simili, che hanno in quel caso poteri assai incisivi d'indagine e di accertamento, diversamente dagli strumenti a disposizione dei consiglieri regionali, che sono chiamati più a dare un segnale che ad essere davvero operativi. In verità, però, gli accertamenti e la repressione sugli eventuali reati spettano ad altri poteri della Repubblica  per liberarci da certi rischi gravissimi e purtroppo quasi irreversibili oltre un certo livello di possibile compromissione. Leggete sulla "Sentinella del Canavese", che non descrive lontane vicende del Sud, come si sta cercando di far tornare normale la situazione a Rivarolo Canavese (lo stesso vale per alcuni Comuni viciniori), dove le "famiglie" avevano occupato tutto l'occupabile in un ovattato clima di disattenzione o complicità, e vedrete come la pulizia radicale su sistemi ormai assestati diventi un'operazione improba. Meglio evitare certi rischi.