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06 nov 2011

Omaggio alla vita

di Luciano Caveri

La vita e la morte hanno una loro simmetria. Sono i confini entro i quali ogni essere umano passa il proprio tempo sulla terra. Con la sicurezza che il capolinea è per tutti, senza distinzioni di sorta e senza scadenze finali fissate con certezza. Poi dove si vada a finire è oggetto di discussione e ognuno dice la sua, che sia una religione o una filosofia. Io ammiro chi ha convinzioni granitiche e immagina come andrà a finire quell'ultimo passo. Fatto sta che oggi si festeggiano i morti. Esiste qualcosa di triste e assieme gioioso in questo frequentare i nostri cimiteri, spesso bellissimi. Mi è capitato di entrarci per ammirarli fuori dai periodi come questi di punta ed è un esercizio istruttivo su come il ricordo familiare diventi memoria della comunità. E' il culto dei morti un omaggio rituale e antichissimo, come mostrano le tombe di tutte le civiltà che hanno forgiato la civilisation valdôtaine nei millenni. Chi pulisce una tomba, chi mette fiori o dice preghiere, chi riflette a capo chino, chi insegue i suoi ricordi, chi sale sulle scale verso i loculi più alti, chi sosta di fonte ad una tomba semplice e chi ostenta cappelle più o meno costose. Si tratta sempre della stessa umanità che onora il passato e che, pensando ai morti come atto di omaggio, onora - loro tramite -  la vita.