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21 ott 2011

Retorica e realtà

di Luciano Caveri

Con la "Legge di stabilità" di queste ore ennesimi tagli al comparto sicurezza, proprio mentre la retorica melensa si riversa su poliziotti e carabinieri, vittime sacrificali dei giovani violenti e organizzati di Piazza San Giovanni a Roma. Basta leggere i blog con le testimonianze dei poliziotti anonimi per capire che non c'è solo la paura che ogni atto di risposta alla violenza possa costare caro per una logica spesso "buonista" della Magistratura, ma vi sono carenze materiali frutto proprio dei tagli sistematici. Basterebbe avere in mano i conti della Questura di Aosta o del Comando regionale dei Carabinieri per verificare come negli ultimi anni il taglio ai bilanci alle forze di polizia agiscano in profondità. Manca tutto e ogni spesa - dalla benzina alle gomme, dalla carta ai toner, dalla cancelleria alle attrezzature - è difficile se non impossibile. Questo in un'Italia dove negli anni le tre forze di polizia (Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri), cui si aggiunge la Polizia penitenziaria con compiti specifici, hanno aumentato i propri organici in modo impressionante in una democrazia per "occupare" inutilmente il Sud, che resta in una situazione difficile per l'affermarsi delle mafie di diverso genere che si saldano ancora e verrebbe da dire in certe zone sempre di più con le società locali. Inutile segnalare qui come non solo le mafie prosperino nelle zone di origine del fenomeno, ma l'espansione nel resto d'Italia sta riuscendo benissimo e non è un caso che giudici esperti ammoniscano periodicamente anche sui rischi che corre la nostra Valle. Tornando alle forze di polizia, assisteremo nelle prossime ore allo sdegno generalizzato e del tutto legittimo per i fatti di Roma e il crescendo porterà a promesse di tutti i generi. Poi, come avviene sempre "fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare" e lo Stato, incapace di riformarsi, userà senza scrupolo, come ormai fa da anni, le forbici dov'è più facile.