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18 ott 2011

Che noia mortale!

di Luciano Caveri

Ho ascoltato ieri, in diretta dalla Camera dei Deputati, semivuota per l'inutile "Aventino" delle opposizioni (tranne i radicali rompiballe), il discorso del presidente Silvio Berlusconi, che veniva annunciato come un rilancio vigoroso della maggioranza di Governo, così come pochi mesi fa si è riadattata per tirare avanti. Una noia mortale: che Berlusconi, con la vasta corte di persone che lo attornia, non abbia avuto qualcuno che gli scrivesse qualcosa di nuovo e di incisivo è deprimente per lui, per il suo entourage e per noi. Bastava un Giuliano Ferrara per dare energia e vigore. Non sto neanche più a sindacare sul filoberlusconismo di alcuni esponenti dell'Union Valdôtaine, di cui non capisco più lo zelo ormai inesistente persino in ampi settori del Popolo della Libertà, ma devo dirvi che, alla fine, se anche oggi il Cavaliere passerà l'ennesimo voto di fiducia indenne - annoteremo qualche cosa nello spazio del dibattito qui sotto - direi che la sua stella si è definitivamente spenta a causa di un eloquio in politichese che fa rimpiangere l'uso di un tempo della secchezza da pubblicità. Non è solo un fatto anagrafico, perché Giorgio Napolitano ad Aosta ha dimostrato come un ottantenne possa essere svelto e comprensibile, è che forse il Cavaliere incomincia davvero ad averne le tasche piene e dunque la sua verve oratoria ne risente. Il Parlamento è una brutta bestia: ho assistito negli anni a Montecitorio e talvolta al Senato, quando ero sottosegretario, ad interventi pronunciati in un silenzio di tomba, quando l'oratore riusciva con le sue capacità ad attrarre l'attenzione, altre volte, invece, era - proprio come ieri - la disattenzione e la distrazione a dimostrare che quel che veniva detto era privo di qualunque novità o mordente. La pietra tombale sono stati gli sbadigli di Umberto Bossi al fianco del Premier. Sbadigliava irresistibilmente, attratto dal vortice della noia, forse pensando al porto a cui alla fine la Lega dovrà decidere dove attraccare: le elezioni anticipate e il post Berlusconi.