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01 set 2011

Endroumia

di Luciano Caveri

Come una sorda e rancorosa invidia, la storia della nostra Autonomia speciale è attraversata da periodiche dichiarazioni di chi vorrebbe far scomparire la nostra Regione autonoma. Si tratta di una "galleria degli orrori" che attraversa l'ultimo cinquantennio e che ha visto esibirsi sul tema esponenti politici "italiani" di tutti gli schieramenti. Direi che i filoni sono essenzialmente due: il primo è «facciamo sparire le autonomie speciali, inutile e costoso privilegio», il secondo è invece «i valdostani sono così pochi che è bene che siano accorpati al Piemonte».

Ho speso una parte della mia attività politica a controbattere certe tesi. Una volta lo facevo con veemenza e in certi dibattiti confesso di avere sfogato lo sfogabile perché avevo le mani che mi prudevano. Ora i capelli grigi mi hanno fatto diventare più zen anche di fronte alle castronate più forti. La tesi è: «volete far morire la Valle d'Aosta?» Accomodatevi: fate una riforma costituzionale, abolite l'articolo 116 della Costituzione e fate di conseguenza sparire le "Speciali" ed i loro Statuti di rango costituzionale. Altrimenti piantatela lì con gelosie e stupidaggini. Comunque bisogna rassegnarsi: la mamma dei cretini è sempre incinta e dunque periodicamente avremo qualcuno che dirà che è ora di farci morire. In fondo peggio di loro ci sono alcune tipologie. I nemici che si fingono amici: sono in genere come i guerrieri nascosti nella pancia del famoso "cavallo di Troia". Entrano a casa nostra con grandi regali, ma sono doni avvelenati, perché ci vogliono male. Spesso contano su "basisti" locali: valdostani "collaborazionisti", che somigliano  a quelli che nel Ventennio fascista vendettero l'anima al regime o a quegli esponenti locali di partiti nazionali che hanno sempre tenuto il piede in due scarpe: valdostanissimi qui, silenti a Roma. Non che non ci sia in più qualche ambiguità di qualche esponente "autonomista", che per gli affari propri potrebbe vendere l'anima al diavolo. Ma c'è un altra questione che mi interessa di più. Se davvero si procedesse ad un tentativo di ridimensionamento o di soppressione della nostra Autonomia speciale, quale reazione popolare si avrebbe? Avrebbe ragione mio zio Severino, autore della profezia di una "endroumia", un addormentamento della coscienza collettiva oppure ci sarebbe un'azione forte e corale? Difficile dire. Francamente quel che spero è che la capacità di reagire ci sia. Altrimenti l'Autonomia speciale sarebbe diventa solo un feticcio.