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15 mag 2011

Festeggiamo

di Luciano Caveri

Nel mio piccolo e nel giorno giusto, volevo ricordare che oggi è la "Festa dell'Europa". Penso che oggi come oggi, essendo l'Unione europea un nano politico, sia più facile professare, come molti politici valdostani ormai fanno come moneta corrente, un velato antieuropeismo, anche perché l'Europa è considerata un'entità astratta con cui è facile prendersela in ogni occasione. Magari in certe occasioni è una foglia di fico per coprire le proprie nudità. So bene e potrei elencarli a lungo i difetti dell'Europa odierna e anche aspetti negativi che hanno pesato sulla qualità della nostra autonomia, per converso però potrei segnalare quanto di positivo ci è venuto dalle istituzioni comunitarie. Un bilancio certo ondivago, ma che non deve farci perdere la visione più vasta e ci deve indurre semmai a riprendere una battaglia autenticamente federalista. Il mio pensiero più volte espresso è semplice: troppi federalisti, nessun federalismo, anche in chiave europea. E la visione più vasta sta tutta nell'europeismo dei padri fondatori della nostra autonomia, fin dalle visioni profetiche contenute nella "Dichiarazione di Chivasso" del 1943, che per i montanari delle Alpi è fonte continua di ispirazione e vaccino contro ogni centralismo statale. La pace che regna nei Paesi europei fondatori della Comunità e allargatasi ai nuovi Stati in un'accelerazione forte e anche turbolenta nella "governance" comunitaria è l'elemento più forte a conferma di una convivenza che, una volta sfilacciata, farebbe ricadere il Vecchio Continente in un passato di incomprensioni e orrori. Per i nostri figli potrebbe essere un incubo.