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19 apr 2011

Evitare l'antieuropeismo

di Luciano Caveri

Quando Giorgio Napolitano era mio collega al Parlamento europeo, specie a Strasburgo per le sedute della plenaria, più di una volta ho discusso con lui del futuro dell'Unione, avendo sempre avuto la conferma di avere a che fare con un europeista convinto. Per cui non mi stupisce affatto che nelle scorse ore il Quirinale abbia rimbrottato il Governo per arginare la deriva antieuropeista che si sta imboccando, specie con le dichiarazioni di Silvio Berlusconi che, lamentandando l'interpretazione europea negativa sui permessi temporanei, ha adombrato un disimpegno italiano dal processo d'integrazione europea. Può anche darsi che l'Europa sia stata "fredda" su questa emergenza italiana (sulla quale come Capo della Delegazione italiana mi son sforzato al Comitato delle Regioni di avere uno spazio di confronto sul tema nell'ultima riunione), ma un Paese membro non può interpretare il "Trattato di Schengen" a seconda dei propri desideri e resto convinto che ci sia stato un atteggiamento contradditorio del nostro Governo: un forte allarmismo su di un'"invasione" di immigrati clandestini cui non sembra aver corrisposto una strategia realmente comprensibile per i nostri partner europei e con la Commissione europea. Semmai l'insieme degli avvenimenti ci conforta al contrario: l'Unione europea è l'unica vera dimensione per affrontare seriamente la questione dell'immigrazioni con le sue implicazioni pratiche ma anche di politica estera e soprattutto di contrasto alla criminalità organizzata degli "scafisti".