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19 apr 2011

C'è poco da ridere

di Luciano Caveri

E' probabile che il mio comprendonio non sia particolarmente sviluppato. Eppure basta una lettura attenta dei giornali (esemplare oggi sul "Corriere della Sera" l'editoriale "Un litigio permanente" di Pierluigi Battista) per capire che qualche cosa si sta preparando nella politica italiana. Segnali, come la "caduta" di Cesare Geronzi dalla Presidenza delle "Generali" e l'improvvisa accelerazione della "discesa in campo" di Luca Cordero di Montezemolo, dimostrano come, a dispetto del lungo trascinamento della situazione apparentemente paralizzata, «eppur si muove» e fra veleni e sospetti si consuma il passaggio da una stagione politica ad un'altra. Una stagione che avrà ripercussioni anche in Valle d'Aosta. Esemplare di questa situazione è proprio il processo con la folla plaudente - in scena a Milano ogni volta che Silvio Berlusconi appare a Palazzo di Giustizia con una "claque" simile a quelli che vanno alle gite in pullman per comprare le pentole - che credo non esista in nessun Paese al mondo e in questo l'Italia ha doppiato anche i tanto citati regimi sudamericani con il loro "caudillo". Così come, altrettanto plastica, è l'immagine di un'Italia isolata nell'Unione europea con un crescente imbarazzo di tutti. Purtroppo, a dispetto delle barzellette a raffica, che sembrano una rassicurazione simile alla "coperta di Linus", ormai c'è poco da ridere.