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04 feb 2011

Generazioni allo specchio

di Luciano Caveri

Dall'inizio dell'anno, come divertissement, faccio da spalla a mio figlio Laurent in una trasmissione radio, ogni sabato dalle ore 16 alle 17 su radio "Tir" (Top Italia Radio, che ha ora anche l'applicazione scaricabile su "App Store"). Ne scrivo dopo un qualche rodaggio fra di noi e trovo la formula simpatica, chiamandosi il programma "Generazioni allo specchio" e dimostra appunto come, purtroppo o per fortuna, la distanza di una sola generazione pesi come un macigno in fatto di evoluzione dei gusti, delle mode, delle tendenze in un mondo che accelera sempre più e bandisce certa longue durée del passato. Ogni argomento alla fine è buono per misurare simpaticamente le distanze, partendo dagli ascolti musicali che accompagnano il programma. M'intenerisce pensare all'emozione che alla sua età di ginnasiale provai - direi che era nel 1974 - quando venni intervistato, assieme ad altri studenti pendolari del treno (protestavamo per ritardi e  treni scadenti...) da una delle voci "storiche" della "Rai" di Aosta, Daniele Amedeo, nello studio radiofonico della "Voix de la Vallée" di via Chambéry senza immaginare che sarei finito lì a lavorarci pochi anni dopo. Amo la radio e trovarmi a duettare con mio figlio, cui sta venendo una vocione che mi intenerisce, è un esercizio istruttivo e trovo in lui, potere della genetica, la vena ironica e talvolta sardonica di mio papà.