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04 apr 2010

La "Volvo" ai cinesi

di Luciano Caveri

"Quand la Chine s' éveillera... le monde tremblera". La celebre profezia di Napoleone Bonaparte viene di tanto in tanto ripetuta, specie quando - come avviene di questi tempi - la Cina cresce in barba alla crisi mondiale in quello strano misto di liberalizzazione economica e sostanziale mancanza di democrazia che ne fa un caso unico. Ricordo i racconti di alcuni industriali valdostani che, disgiuntamente, mi dicevano della loro visita in fabbriche cinesi dove erano rimasti inorriditi delle condizioni disumane di sfruttamento: segno tangibile di una crescita forte che in parte è legata proprio alla mancanza di regole e a quel costo del lavoro che è stata una sirena per molte "delocalizzazioni" (talvolta anche a detrimento di alcune nostre fabbriche locali), in parte già fallite. Colpisce ora - sarà perché sono proprietario di una "Volvo"... - l'acquisizione da parte della "Geely" cinese della celebre fabbrica d'auto svedese, che personalmente avevo scelto per quelle caratteristiche scandinave di rusticità e sicurezza. Una campagna acquisti che certo non si fermerà nel segno di quella intuizione napoleonica che fa venire qualche brivido pensando come la Cina sia e resti un Paese che spende follemente per gli armamenti.