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25 feb 2010

Petrolio...

di Luciano Caveri

Sono ormai anni che tra scatti d'orgoglio (in nome del diritto) e brutte figure (pensando agli interessi) la Svizzera "combatte" una guerra diplomatica con Gheddafi e dunque con la Libia. Tutto parte dall'arresto di un figlio del colonnello libico che aveva picchiato dei domestici e Gheddafi aveva di conseguenza proposto lo smembramento della Confederazione a vantaggio dei Paesi vicini secondo un criterio linguistico. Ora, dopo batti e ribatti, la Svizzera prepara una lista di indesiderati libici che automaticamente finiscono nel sistema della Convenzione di Schengen, cui gli elvetici hanno aderito - e lo possiamo apprezzare al Gran San Bernardo - e che permette ai cittadini comunitari o aderenti all'accordo una mobilità senza il controllo dei documenti alle frontiere. La ritorsione libica colpisce a questo punto non solo gli odiati svizzeri ma tutti gli europei! L'Italia conferma in questa circostanza una linea favorevole alla Libia a spiega come ci si comporta di fronte ad un'amicizia pelosa. Strano intrigo il diritto internazionale che ha reso digeribile un dittatore iroso e vendicativo, seguendo una realpolitik che puzza di petrolio.