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24 feb 2010

In alto i calici!

di Luciano Caveri

Prima la grande kermesse della "Fiera di Sant'Orso" e poi la diffusa socialità del Carnevale: entrambe le occasioni sono risultate utili, avendo ospiti esterni alla Valle, per poter misurare il successo ormai stabile della viticoltura valdostana. Infatti la qualità si è stabilizzata e alcuni viticoltori "osano" con prodotti d'eccellenza e ampliando la gamma delle loro proposte. Per cui oggi ce n'è davvero per tutti i gusti e tutte le tasche anche se il mercato - invaso ormai da vini a basso costo da tutto il mondo - va mantenuto proprio esaltando le caratteristiche di legame del nostro vino con il suo territorio. Quella viticoltura di montagna che in passato avevo presentato anche al Parlamento europeo con colleghi di tutti i Paesi, che furono incuriositi da questo nostro prodotto di nicchia, di cui possiamo essere fieri, pensando a quel passato non tanto remoto in cui ordinare un vino valdostano al ristorante era evento raro per evitare azzardi. Oggi, di fronte alla carta dei vini, possiamo giocare a fare i conoscitori, corrispondendo ad ogni vino un'azienda e una storia.