Una volta, guardando le geometrie perfette dei boschi polacchi, Albert Cerise mi spiegò la differenze fra i boschi da coltivazione ed i nostri, prevalentemente di protezione.
Chi giri la Valle vede come le piante debordino, occupando nuovi spazi. Ciò rilancia, con i limiti detti in premessa, l'utilizzo del legno come combustibile, testimoniato dai camini dei nostri castelli, essendo i camini invenzione medioevale.
In alcuni Comuni sorgono grandi impianti che usano proprio, come si dice tecnicamente, le "biomasse". Il legno o i suoi derivati arrivano da fuori, dove costano meno.
Sarebbe assurdo pretendere una percentuale di prodotto locale per garantire manutenzione e pulizia dei nostri boschi?