blog di luciano

Pensando al dramma

terremoto_tende.jpgGli avvenimenti luttuosi distorcono il tempo: il dramma dell'Abruzzo sembra avvenuto mesi fa tale e tanta è stata l'intensità dei fatti in quel pastone di dolore, sofferenze e paura che ci è stato lividamente restituito da una televisione sempre più intrusiva.
Quel che più mi ha colpito, oltre ad una Procura aquilana aggressiva che annuncia arresti e un'inchiesta rapida, è una melassa di buonismo in parte sospetta. Una sorta di esibizione solidaristica che - era sufficiente sentire certi fili diretti sulle radio nazionali per non dire degli sms di queste ore di augurio pasquale collegati ai terremotati - finiva per suonare come vuota e ripetitiva. Una sorta di grande rito collettivo interpretato naturalmente dai più in buona fede e con sincera partecipazione come se il terremoto fosse un pretesto per avere un momento comunitario forse utile, più in generale, per esorcizzare la crisi.
La solidarietà, resa concreta nello sforzo popolare anche da una miriade di raccolte di fondi, dovrebbe alla fine concentrarsi su di un aspetto concreto che spetta alla politica, unico antidoto all'oblio che verrà: mettere in campo un progetto vero per la ricostruzione con soldi veri e davvero sufficienti per farlo. Per ora le cifre annunciate sono ridicole, come l'idea di spostare L'Aquila, dando vita ad una nuova città. Per analogia andrebbero preventivamente delocalizzate centinaia di antiche città italiane in zona sismica.

Buona Pasqua!

colomba_eataly.jpgAppurato che è meglio non essere dei capretti il giorno di Pasqua, lunga vita e pillole di saggezza dalla filosofia di Eataly a Torino.
Si dimostra facilmente come un consumatore accorto - nella logica del rapporto fra domanda e offerta - non dovrebbe comprare mai uova di cioccolato o colombe negli ultimi giorni prima di Pasqua per la semplice ragione che costano di più.
Suggerire di comprarle dopo è lapalissianamente inutile, perché cozza contro i consumi tradizionali di Pasqua, che scompaiono dalla scena non appena passa il giorno deputato per la Festa. Un vero taccagno potrebbe trovare la forza di aprirsi un... panettone.
L'aria della primavera permea già questa festività (mia figlia, malgrado la pioggia, ha notato le che le foglie stanno sostituendo i fiori sugli alberi da frutta) e la trasforma in un cambio di stagione, fatto appunto di gusti e sapori ritrovati.

Auguri di cuore!

2011

poste_interno.jpgQuesta è la data conclusiva e senza appelli per la liberalizzazione in Europa di tutti i servizi legati alle Poste.
Da almeno un decennio le Poste italiane hanno seguito il cammino della privatizzazione, che ha significato tagli e risparmi in un'azienda elefantiaca e clientelare, dove ancora oggi può essere un sindacato - curiosa forma di cogestione mai scritta - ad indicare dei dirigenti.
Sarà bene capire, in un mondo in cui la posta tradizionale come servizio universale che anche un libero mercato deve garantire è colpita al cuore da Internet, cosa ne sarà in Valle degli sportelli postali.
Certi aiuti comunali per mantenere gli uffici nei paesi,come locali a disposizione con riscaldamento e elettricità, violano già oggi i principi di concorrenza e non hanno evitato il lento declino della presenza spesso con un solo addetto e orari ridotti al lumicino. Ogni accordo con la Regione, che tribola a farli, passa attraverso azzimati dirigenti che poi scompaiono e la Direzione regionale, deprivata di compiti e poteri, rischia di essere una poltrona e una scrivania.

Europee

montanelli_statua.jpgConfesso che avrei voluto parlarne più avanti, perché ho imparato che i commenti veri devono essere quelli fatti quando le cose sono davvero cristallizzate. Tuttavia non parlarne apparirebbe come ridicolo, visto che mi sono espresso (ma molti hanno taciuto) nelle riunioni politiche e i miei commenti son rinvenibili sui giornali e sul web.
"Turarsi il naso", vecchia espressione del rimpianto Indro Montanelli: l'ho adoperata in questa circostanza. In questa fase storica sono contrario a formule di accordo a destra o a sinistra, perché "ni droite ni gauche" in questa fase di aggregazione forte, anche se fittizia, sui due poli appare come una scelta ragionevole.
La strada intrapresa va verso il PdL: addirittura qualcuno ipotizzava un unionista sotto il loro simbolo. Una circostanza improponibile, mentre l'apparentamento almeno - a narici chiuse - salvaguarda il simbolo "Vallée d'Aoste" e candidature autonome, anche se ovviamente un accordo resta e spero di capirne significati futuri e vantaggi immediati.
Dieci anni fa, con i Democratici, l'apparentamento - quando gli spazi erano più larghi rispetto agli attuali due partiti dominanti lo scacchiere politico - fruttò un solido rapporto diretto con il leader Romano Prodi, senza interferenze di esponenti locali. Ora chissà.
Aspettiamo appunto - e ci tornerò - di vedere l'esito finale.

SAV

a5_chatillon.jpgL'autostrada Quincinetto-Aosta, dove purtroppo la nostra Regione ha solo il 28,72% del capitale sociale e dunque è soverchiante la presenza del privato, offre sempre dati interessanti.
Anzitutto per le implicazioni sociologiche. Ad esempio colpisce la diminuzione tutto sommato lenta dei metodi di pagamento tradizionale (contanti dal 37,5% del 2005 al 32% dello scorso anno, mentre la Viacard scende nello stesso confronto dal 13,7% al 10,5%) a quelli più moderni (Telepass - nel medesimo raffronto - dal 41,9% al 48,9% e le carte di credito dal 6,9% all'8,6%). Oppure è interessante constatare una diminuzione dell'incidentalità e una stabilità del numero dei dipendenti, che passano dai 143 del 2004 ai 137 dello scorso anno.
I pedaggi, notoriamente carissimi, fruttano nel 2008 una cifra di 45.280.000 euro a fronte di un leggero calo di traffico, ma l'indebitamento della società - specie per i costi dello svincolo realizzato verso il Gran San Bernardo - resta da capogiro e anche per questo resta al palo la celebre e attesa riqualificazione del nodo collegato all'uscita di Châtillon.

L'ultimo sguardo sul mondo

notte_luna.jpgChissà come sarà il nostro ultimo sguardo sul mondo. Certo è che, pensando alla tragedia del terremoto ed alle persone imprigionare sotto le macerie, è consolatorio pensare ad un "addio" che avvenga senza sofferenza e con dignità.
Quella dignità che doveva emergere dalla legge in discussione sul testamento biologico, rivendicando giustamente il legislatore un ruolo primario per evitare di essere surrogato dalla giurisprudenza. Mi auguro che la Camera riveda il testo del Senato, che fa carta straccia del testamento biologico.
L'eutanasia è un obbrobrio, ma lo è altrettanto - come opposto estremismo - la cancellazione del rispetto del paziente e della sua volontà (in violazione del comma 2 dell'articolo 32 della Costituzione), come se la persona fosse un burattino nelle mani dello Stato.
Un insulto per chi crede nel federalismo e dunque aborrisce l'idea di uno Stato etico o peggio teocratico che si fa dittatura.

Terremoto

l_aquila_terremoto.jpgL'ennesima tragedia annunciata in un Paese sismico come l'Italia. Accanto allo sciame di scosse di assestamento, ci saranno le polemiche, destinate poi ad essere dimenticate sino al prossimo terremoto.
Pensate alla contraddizione: anni fa la Valle d'Aosta, dove i terremoti sono rari e mai distruttivi, è stata, per decreto del Presidente del Consiglio dei Ministro, classificata in una graduatoria più elevata del dovuto anche se relativamente flebile (tecnicamente tre sono in "zona 3": Courmayeur, Pré-Saint-Didier e Valtournenche ed i restanti in "zona 4") e ciò ha comportato costi non indifferenti nelle progettazioni. Le zone storicamente sismiche invece, in barba a queste classificazioni che temo vengano prese sul serio a seconda delle coscienze degli amministratori, sembrano ogni volta scoprire di essere alla mercé dei terremoti.
Il terremoto è brutto: l'ho vissuto da bambino, più volte, ad Imperia, una zona a forte sismicità. Fa impressione il mondo che sobbalza. Si accende qualche cosa di atavico e nascosto che crea un'angoscia dell'ignoto, come quella che le povere popolazioni abruzzesi stanno vivendo.

Orti per la nuova stagione

orto.jpgGli orticoltori hanno da sempre la mia viva ammirazione, specie di questi tempi che partono con la nuova stagione. Ricordo Rosina che nell'orto di casa, a Verrès, seguiva con brusca determinazione i suoi disegni cartesiani, usandomi come garzone privo di pollice verde, e la medesima geometria la segue Rosa, coinvolgendo i miei figli nell'orto di Feilley.
Confesso che azzannare una carota, un pomodoro o saccheggiare i rovi delle more appartiene ai gusti della vita. Guardo gli orti quando vado in giro: ci sono degli architetti inespressi che realizzano costruzioni incredibili tra vecchi legni, ondulati dismessi, api e roulotte fuori corso riciclati per gli attrezzi e ci sono autentici Picasso dell'ortofrutta che mischiano la tavolozza della natura con maestria.
Ora Michelle Obama lancia il suo orto biologico alla Casa Bianca e piace questa sua austerità da Grande Crisi.
Biologico? Mi divertiva quando la "pasdaran anti Ogm" in Consiglio regionale chiedeva di bandire ogni seme sospetto di manipolazione genetica, mentre in certi orti locali erano evidenti semi già taroccati con zucche grandi come la carrozza di Cenerentola o pomodori pronti a spiccare il volo simili alle mongolfiere di Nello Charbonnier.

Il microfono

io_radio.jpgCredo di aver parlato per la prima volta in un microfono intervistato da studente dalla "Voix de la Vallée" per una protesta dei pendolari per i ritardi dei treni. Poco tempo dopo, la scoperta della radio - e dunque dei microfoni - a "Radio Saint-Vincent", poi "Radio Reporter" a Torino, poi la televisione con "Rta" ad Aosta e poi, colpito da quella prima intervista che accese il desiderio di diventare giornalista radiotelevisivo, la "Rai".
La radio resta il mezzo più stimolante come cimento personale. La televisione consente gestualità che danno un appello in caso di errore, la radio in diretta non offre paracaduti e ciò responsabilizza e gratifica.

Chi è Paolo?

rotolo.jpgUna delle ossessioni della modernità è la puzza. Non ho mai fatto il monatto o lavorato negli spurghi e dunque il naso mi funziona bene, perciò osservo come un tratto contemporaneo, rispetto ad un'infanzia odorosa come era normale che fosse, quanto siano numerose le pubblicità di deodoranti in tutte le salse. Si va dall'igiene intima alle ascelle, dall'infanzia alla terza età, si sale dai piedi all'alito, si scende dai capelli al culino.
Ma il top è il deodorante da bagno che, facendo il pari con i detersivi usati per bonificare lavandini o bidet raccapriccianti, trasforma con un semplice tocco in boschi odorosi anche i cessi simili ad antri infernali.
Basta un "psss" e spuntano fiori e effluvi paradisiaci. Ma colpisce il bimbo nello spot televisivo che non vuole andare nel puzzolente bagno domestico, ma comunica bruscamente alla mamma che accetta di farla solo nel gabinetto di Paolo, dotato evidentemente del giusto profumo ambientale.
Ma chi è 'sto Paolo?

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