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17 set 2025

I politici “mordi e fuggi”

di Luciano Caveri

Che bello che tanti esponenti politici vengano da Roma in Valle d’Aosta in vista delle elezioni regionali. Bisogna trattare bene gli ospiti e dimostrarsi accoglienti con loro, anche nelle poche ore del loro “mordi e fuggi”.

Si tratta di un pregiato “turismo elettorale” del tutto comprensibile per gli iscritti e simpatizzanti locali di partiti nazionali, che esibiscono i loro big per acquisire consensi. Nulla di particolarmente originale, che esiste direi sin dalle prime elezioni regionali del 1949.

In certi casi, pensando a certi comportamenti a Roma nei confronti dell’Autonomia, sono purtroppo nemici che si fingono amici. Assomigliano ai guerrieri nascosti nella pancia del famoso "cavallo di Troia". Entrano a casa nostra con grandi regali, ma sono doni avvelenati, perché ci vogliono male.

Lo spiega bene la celebre frase "Timeo Danaos et dona ferentes", vale a dire "Temo i Greci anche quando portano doni". Questo celebre verso fu pronunciato dal sacerdote troiano Laocoonte, come riportato nel secondo libro dell'Eneide di Virgilio, per avvertire i Troiani di diffidare del cavallo di legno. Frase che è diventata proverbiale e indica la necessità di diffidare da chi offre doni o favori apparentemente gratuiti, perché dietro tali gesti potrebbe nascondersi un'insidia o un secondo fine.

Intendiamoci: nessuno discute della assoluta necessità di avere con la politica italiana e europea canali continui di comunicazione e di interlocuzione. È stato il mio lavoro per anni e spero di averlo fatto in maniera fruttuosa. Il mondo non finisce alla porta della nostra Valle. Esiste, infatti, l’obbligo di inserire la nostra Autonomia nel contesto delle politiche più ampie, avendo però una certezza. Mai bisogna scambiare i rapporti istituzionali con i rapporti politici. Questo significa un rispetto per chi incarna le istituzioni e dev’essere sempre un elemento vicendevole.

Chi, Ministro in carica, viene da noi solo per le elezioni, senza alcuna interlocuzione con la Regione autonoma, concorre alle spese elettorali locali del suo partito o è un comodo “fuori quota” da non rendicontare?

Resta una questione per più alta e riguarda l’identità politica valdostana nel differenziarsi rispetto a modellistiche legate ai partiti italiani.

Al di là di tutto, penso che neppure il più acerrimo degli avversari possa negare il ruolo dell’Union Valdôtaine nella nascita e nella difesa dell’Autonomia speciale. Una difesa indefessa anche quando l’autonomismo era criticato da chi poi ha deciso di farsene portavoce senza averne alcuna reale tradizione in una logica opportunistica.

Per questo bisogna che l’UV mantenga una centralità politica anche in futuro.

Ricordo zio Severino, autore della profezia di una "endroumia", cioè il rischio di un addormentamento della coscienza collettiva.

Francamente quel che spero è che la capacità di reagire ci sia sempre. Altrimenti l'Autonomia speciale sarebbe diventerebbe solo un feticcio.