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27 apr 2023

Regole per l’Intelligenza Artificiale

di Luciano Caveri

Sento molte cose interessanti sull’Intelligenza Artificiale, perché molti di noi hanno giochicchiato con i prodotti già in circolazione. So bene come questi siano solo la punta di un iceberg molto più corposo, che in certi settori - la Difesa è sempre al primo posto - ha raggiunto livelli elevatissimi nelle applicazioni. Tanto che chi se ne intende, come il miliardario Elon Musk con una serie di esperti del settore tech, ha proposto un appello per chiedere una pausa nello sviluppo dei potenti sistemi di intelligenza artificiale (AI) per concedere il tempo necessario a elaborare regole per il suo controllo. In materia più terra a terra sono molti a ipotizzare scenari da fantascienza con robot che sostituiranno noi uomini con conseguenze sociali drammatiche, ad esempio nel mondo del lavoro. Ne ha scritto su Le Monde il sociologo Juan Sebastian Carbonell: “Ces discours technofatalistes et apocalyptiques n’ont rien de nouveau. Après tout, à chaque révolution industrielle a été proclamée la disparition du travail et a été opposé le « progrès technologique » au bien-être des travailleurs et des populations, même si jamais de telles prédictions ne se sont confirmées”. Ma esiste forse un elemento di riflessione del sociologo che stuzzica e cioè che vale anche il contrario e cioè una esaltazione dei risultati raggiunti per spingere una “bolla” economica importante: ”D’abord, d’entrepreneurs du secteur du numérique qui cherchent à faire parler de leurs services et à attirer des financements. C’est ce qui explique que les discours sur les révolutions technologiques sont hyperboliques et exagérément optimistes. Ce n’est donc pas un hasard si, après l’engouement autour de ChatGPT en début d’année, Microsoft a décidé d’investir 10 milliards de dollars (9,1 million d’euros) dans OpenAI, entreprise propriétaire du robot conversationnel”. Anche Google spinge non caso nel settore e Carbonell, con molto realismo, spiega come esista intanto in tutto questo settore digitale uno stato di precarietà, com’è avvenuto - questo lo ricordo io - con licenziamenti decisi da Facebook è da Twitter: “Les discours enthousiastes sur les nouvelles technologies ont une fonction : ils contribuent à leur acceptation, au-delà de leurs conséquences sociales ou politiques, et deviennent une sorte de prophétie autoréalisatrice. La croyance en une révolution technologique favorise l’allocation de ressources supplémentaires pour le développement de ces technologies et leur introduction sur les lieux de travail, renforçant à son tour l’idée d’une révolution technologique”. Insomma: un tema assai complesso e di cui capire le conseguenze passo a passo o molti aspetti li capiremo solo vivendo. Quel che è certo è che tra i catastrofisti e gli eccessivamente ottimisti esiste un juste milieu. Il progresso non si ferma mai e i possibili rischi di qualunque nuova tecnologia vanno sempre arginati dalle regole e dal loro rispetto. Conta dunque la reazione dei legislatori, sapendo quanto la democrazia sia in gioco, visto che i player della Intelligenza Artificiale hanno dimensioni globali che pretendono da parte degli Stati risposte condivise ed efficaci. Non è facile e sappiamo già quanto siano troppo spesso inefficaci le istituzioni internazionali, cui spetterà il ruolo di avere una governance seria per evitare che certe preoccupazioni legittime si trasformino in rischi reali.