Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
26 feb 2022

I venti di guerra in Ucraina

di Luciano Caveri

Si può partire da molto distante, come può essere la storia apparentemente polverosa, e trovarsi di fronte ad un tornante attuale, ancora in cammino, che diventerà Storia. Augurandoci che non sia una pagina lugubre. Il motto del "Battaglione Aosta" - e dunque degli alpini - deriva dalla guerra di Crimea del 1855, quando gli alpini non c'erano ancora e c'era una "Brigata Aosta", che con la "Brigata Torino" cantava: "Couragi, andouma, andouma couragi piemonteis unì nouj aitre souma cun turc, franseis, ingleis Coi russi d'la crimea s'battruma neujt e dì e ferm an nostra idea J'crasrouma tutti lì. Cristo Santo! boum... boum... boum... Souma d'Aousta, Avanti, countacc... E cousta l'on ca cousta Viva j vei, viva l'Aousta". Quindi, pensando che la storia contemporanea inizia, convenzionalmente, nel 1815, possiamo dire che quella guerra fu la prima del periodo storico che stiamo ancora vivendo con la presenza di soldati valdostani. Leggete anche qui. La stessa "Brigata Aosta" combatterà, ma ben più vicino, per le guerre d'Indipendenza e nel Sud contro il brigantaggio. Poi, con la nascita degli alpini, la partecipazione alle guerre è più nota, sino alle recenti presenze nelle "missioni di pace". Certo che, quel che vale, è proprio di come, in un mondo sempre più interconnesso, la guerra sia - rispetto agli esordi - piombata sempre di più nelle nostre case con quella rete di comunicazioni che esalta ogni fatto. Così la Crimea - la stessa di quei soldati d'antan della canzone - torna, nella diatriba fra un'Ucraina fresca di ribellione con alcune ombre, come i neonazisti in campo, e la Russia che vuole "riprendersi" il Paese, che stava per finire sotto l'ala dell'Unione Europea. Vladimir Putin, tsar di oggi, lo fa con il cinismo del dittatore plebiscitato dal popolo e la goffaggine, come un elefante in una cristalleria, del parvenu. Il diritto internazionale appare così, nella sua incapacità di regolare le cose e vedremo ora che cosa capiterà. Mi domando cosa sarebbe capitato in Europa se Romano Prodi, all'epoca in cui, presidente della Commissione europea, quando anch'io ero a Bruxelles, non avesse fatto la scelta coraggiosa di allargare l'Unione a tanti Paesi del defunto "Patto di Varsavia". Putin, se non fosse avvenuto, potrebbe ora scegliere di ricostruire, confidando su una sorta di impunità, quella Rete ormai, per quella scelta giusta, improponibile. Ci pensino gli antieuropeisti vecchi e nuovi.