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02 dic 2021

Cime Bianche e il furore ideologico

di Luciano Caveri

Sono stupefatto dal furore ideologico che circonda l'ipotesi - perché per ora solo di questo si tratta - del possibile collegamento funiviario fra la Valtournenche e la Val d'Ayas attraverso le Cime Bianche. E pensare che avevo sempre ritenuto che si potesse serenamente ragionare, visto che nulla accadrà in tempi brevi. Personalmente su questo collegamento sono sempre stato cauto, sin da quando con "Interreg 1" studiammo diverse soluzioni in modo assai artigianale, mentre con il recente "Alplinks", sempre su Italia-Svizzera, qualche elemento in più è emerso per avere un quadro più completo. Conoscere per deliberare mi pareva ragionevole ed invece c'è chi sa già ed è contro subito ed in fondo per partito preso. Segnalo a chi invoca l'Unione europea per bloccare qualunque cosa già ora, che entrambi i progetti di cui scrivo sono stati finanziati ed hanno avuto il placet nell'ambito dei meccanismi dei fondi comunitari.

A dire il vero quanto le società funiviarie, "Monterosa" e "Cervino", stanno facendo ora su mandato della Regione, come previsto da decisione nel "Defr - Documento di economia e finanza regionale" e non dalla compagnia della lippa, è un ulteriore approfondimento che serve anche a rispondere a esigenze ambientali e cioè alla presenza nel vallone di una "Zona di protezione speciale - Zps" ai sensi di "Natura 2000". Ma questo al mondo ambientalista più hard non basta. In più si è schierato politicamente anche il "Cai Valle d'Aosta" (ormai da anni su queste posizioni, come si capisce leggendo certi articoli sul giornale "Montagnes Valdôtaines") e pure il "Cai" nazionale con il presidente, Vincenzo Torti, mio amico da tempo, che ha rotto il tabù della neutralità politica del celebre sodalizio, sedendosi a fianco di ben noti militanti politici dell'estrema sinistra valdostana, in parte riciclatasi in versione ambientalista. Come si dice scherzosamente con "effetto anguria": verdi fuori, rossi dentro. Lo dico senza mancare di rispetto a nessuno. Anzi, ammiro la loro militanza dura e pura e la capacità di fare clamore. Ho trovato interessante anche chi, nel breve ruolo nell'Esecutivo, ha incarnato il ruolo essendo sia di lotta che di Governo con due cappelli ben diversi, stando in linea con Comitati vari composti sempre dagli stessi che appaiono truppe moltiplicate rispetto alla realtà, come avveniva con i celebri aerei di Mussolini, schierati, sempre gli stessi, in diversi aeroporti per dimostrare la potenza di fuoco del regime. In più i combattenti più tosti e fieri della loro testardaggine lasciano facilmente il campo della politica e adoperano gli esposti alle varie Magistrature, come se fossero bruscolini, dimostrando un garantismo buono per loro, ma mai per gli altri. Piace questo rumore di manette... E so già che scrivendolo continuerò ad essere uno dei capri espiatori favoriti ed useranno anche, come hanno già fatto, vignette in cui appaio brutto e deforme e naturalmente stupido e arrogante. Anche in questo caso il "politicamente corretto" vale solo per loro stessi e non per gli altri. Nulla sulle Cime Bianche è stato deciso e la documentazione prodotta sarà pubblica e all'esame di tutti, compreso il Consiglio Valle in ruolo di decisore ultimo e con valutazioni economiche che peseranno anch'esse sulle decisioni. Era ben noto, senza che lo scoprissero loro con i loro parlamentari europei o nazionali, che se mai si avanzasse ci vorranno serie valutazioni di impatto ambientale, ancora rafforzate dalla tutela della zona già in atto di cui chiunque sia ragionevole è consapevole. Invece chi attende gli approfondimenti e milita per avere dati e certezze, pensando alla validità dei collegamenti intervallivi, è e resta nella loro descrizione come un «devastatore», «nemico della Natura» e soprattutto schiavo di quei profittatori dei vallesani, che vogliono - così dicono con leggerezza - fare i soldi con il nostro territorio nell'immaginare un domaine skiable ad alta quota che da Zermatt vada sino ad Alagna Valsesia. Un unicum nel mondo, che invece si descrive rozzamente come un disegno predatorio. Informazione che ricorda vecchie logiche staliniste o il "Minculpop" fascista. Ma i fascisti siamo sempre noi, perché la ragione è sempre la loro e si raccolgono firme come dileggio. Sono stufo di questa violenza scritta e verbale in cui ci si atteggia a nobili difensori contro i cattivi, specie Autonomisti, che non vedono l'ora di distruggere, deturpare e salire su un "Caterpillar" per fare tabula rasa di tutto. Gli svizzeri che gli impianti di risalita lì costruiscono con logiche di compensazione territoriale, al posto di essere considerati un esempio di compromesso tra tutela e sviluppo, diventano dei barbari in versione grottesca tipo "Sturmtruppen" di Bonvi. Confesso che, a fronte dei mille e complessi problemi da affrontare, questa logica militante h24 sta diventando una questione maniacale, che coinvolge un gruppo ormai vittima dei propri pregiudizi e chiuso a qualunque dialogo e confronto. I nemici - così pensano con logica che spaventa - vanno abbattuti senza alcuna pietà. E la chiamano democrazia...