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25 set 2020

Primi pensieri sui voti

di Luciano Caveri

In queste ore per la Valle d'Aosta si vive solo di "exit poll Rai" sulle elezioni regionali, che hanno acceso discussioni, simulazioni, speranze e disillusioni. Bisogna, a mio avviso, essere cauti per i rischi che comporta questo tipo di rilevazione, compiuta all'uscita dei seggi. Personalmente mi astengo da svolgere ragionamenti politici e preferisco esprimermi a bocce ferme su dati certi, che affluiranno nelle prossime ore e daranno i risultati veri e propri. Resta solo l'idea di una tendenza e bisogna vedere quali numeri reali sortiranno dai seggi. Per il resto, invece, si possono annotare delle certezze che riguardano il referendum e sarò lapidario: vince il "sì" - e mi spiace - nel referendum che taglia i parlamentari, ma con un fronte del "no" che per me è confortante, specie con un esame analitico dei Comuni valdostani. Per altro i "Cinquestelle", umiliati alle Regionali, fanno i gradassi su questo, nascondendo che stanno cadendo a pezzi.

Ha ragione Mattia Feltri: «Il risultato è che gli italiani sono meno antiparlamentaristi dei parlamentari, che sono meno anticasta della casta, che ci sono milioni di elettori che non hanno seguito le indicazioni dei loro leader, che agli schiamazzi del populismo non credono e non cedono, e vogliono una politica che offra idee e non le subisca, che studi soluzioni e non le copi dai trend di "Facebook". Oggi quel popolo non è adeguatamente rappresentato». E proprio sulle Regionali degli altri cominciamo dal facile: il Veneto lo conquista con maggioranza enorme il presidente uscente Luca Zaia, che si proietta verso una leadership nazionale; stesso discorso per il sulfureo leader campano Vincenzo De Luca che batte tutti con il "suo" centrosinistra; in Liguria si afferma Giovanni Toti contro il candidato dell’unica alleanza fra Partito Democratico e pentastellati e questo pesa non poco; nelle Marche vince Francesco Acquaroli del centrodestra, che governerà la Regione, dopo 25 anni di centrosinistra al potere. Restavano Toscana e Puglia, che apparivano incerte all'inizio e invece hanno visto, rispettivamente, vincitori i candidati del centrosinistra, Eugenio Giani e Michele Emiliano. Così, alla fine, dal "4 a 2" precedente al "3 a 3" che allunga la Legislatura a Roma, pensando in più ai molti parlamentari che mai rientreranno in un Parlamento rimpicciolito. Ora si aspetta quel che capita qui, nella nostra Valle, e saranno ore di attesa, di affanni, di gioia e di dispiaceri. Così è: la politica è fatta da soddisfazioni e delusioni. Quel che conta, qualunque cosa emergerà a breve, è dare governabilità alla Valle d'Aosta, che non può farne a meno.