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16 set 2020

2) Diario di un candidato

di Luciano Caveri

Tutto passa in fretta e chi ci è dentro è prigioniero come un pesce in un acquario fra speranze e qualche ansia. Attorno - credo di poter dire - esiste un senso di sfiducia e di disinteresse. Morti i partiti del tempo che fu, si aggirano soggetti politici vari, in un rimescolamento straniante e con qualche lista bizzarra come ciliegina sulla torta. Il tutto di fronte ad un'opinione pubblica critica e talvolta inferocita ed anche stufa di elezioni a raffica, specie le Regionali anticipate impastate con Comunali, con troppe liste uniche come campanello di allarme per la democrazia. Ne parleremo da qui alle urne, ma intanto non mancano elementi per qualche pensierino. Già due anni fa, quando non ero candidato e lavorai per la lista MOUV', i comizi erano in crisi di presenze a conferma di un andamento in calo, elezioni dopo elezioni.

E pensare che ho vissuto gli anni d'oro, quando in certi paesi (penso a Verrès con Torille, a Pont-Saint-Martin con Ivery, a Saint-Vincent con Moron) i comizi erano doppi. Ricordo persino una volta quando organizzammo nella stessa sera 74 comizi, uno per Comune! Ora - fra estate e "covid-19" - siamo al minimo storico. Nelle mie otto campagne elettorali cercai di adoperare tradizione e rinnovamento e quindi accanto appunto ai comizi c'erano i soliti manifesti e programmi cartacei, ma con l'uso, specie in assenza di regole bislacche di par condicio, di radio e televisioni private, quando diventarono anche in Valle un vero e proprio fenomeno, oggi tramontato. Certo, le quattro campagne elettorali per le Politiche ebbero storia particolare, che deriva dal collegio uninominale, ma mai ho più visto feste popolari come nel 1987 e nel 1992, quando con il Senatore César Dujany dovevamo perdere e vincemmo a mani basse. Le due campagne delle Europee - 1989 e 1999 - si caratterizzarono per la follia di muoversi in una circoscrizione elettorale che comprendeva e comprende ancora la Valle d'Aosta con Piemonte, Lombardia e Liguria! Le altre due furono le Regionali, la prima con un esito di preferenze elevatissimo, la seconda con un buon risultato, pensando alla guerra intestina cui venni sottoposto. Questa campagna in corso, con la scemenza della preferenza unica, è all'insegna della guerra fra candidati interna alla lista di appartenenza e naturalmente fra liste: un bailamme senza eguali. Ma il nuovo che avanza è l'abbacinamento da "social" con campagne che mirano ai "mi piace" ("like"), con l'illusione che siano voti in una logica fra consulenti e "fai da te", che intasa il Web fra sovraesposizione di molti ed il grottesco di altri. Vedremo gli esiti e capiremo meglio i nuovi indirizzi. Trovo che - e non appaia un paradosso con rivoluzione digitale e distanziamento che torna ad irrigidirsi - mai come ora e con tutte le difficoltà del caso quel che conta è il rapporto personale. A me, spesso dipinto ad arte da chi non mi conosce come con la puzza sotto il naso, piace molto questo periodo quando serve a scoprire vicende e storie umane diversissime fra loro. Come ho trovato e trovo stimolante quel campionario di differenze che è la lista "Vallée d'Aoste Unie". Da noi in Valle D'Aosta, per fortuna, può ancora esistere una politica dal volto umano, quello dei candidati e degli elettori. Vediamo di non perderla.

Diario di un candidato

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