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18 feb 2020

Il Monte Bianco e la "spettacolarizzazione" di Macron

di Luciano Caveri

Il Monte Bianco è una montagna simbolo dell'Europa, perché la vetta più alta dell'Unione europea (anche se un pezzo è territorio svizzero) e questa evidenza dev'essere motivo di orgoglio. Per i valdostani questa consapevolezza assume un valore ancora più importante, perché è frontiera con la Francia solo dal 1860 e dunque questo breve periodo non ha cancellato legami storici e culturali (il francese in Valle d'Aosta non è un accidente ma un'eredità della posizione geografica), che risalgono ab origine ad un passato remoto. Le politiche di cooperazione territoriale degli ultimi decenni hanno ridato fiato a questa evidenza, che è fatta di condivisione ovvia con chi è vicino di casa e le politiche in favore della montagna, specie quelle in comune come il Bianco, sono un caposaldo da esercitare attraverso i poteri derivanti dalla nostra Autonomia nel quadro del processo d'integrazione europea e degli spazi importanti che sono a nostra disposizione e che evitano chiusure provinciali nel proprio orticello.

Ecco perché l'assenza delle Istituzioni valdostane, sotto qualunque forma, alla visita ufficiale del Presidente Emmanuel Macron ai piedi del Monte Bianco lato francese è grave e dimostra la debolezza di chi oggi le presiede per non aver saputo imporsi. Penso all'afflato del Presidente Charles De Gaulle nel 1964 all'apertura del Traforo del Monte Bianco: «cette belle Vallée, que le sang, la langue, le sentiment, apparentent de si près à la France». Ricordo ancora quando, parlamentare europeo, incontrai a Bruxelles l'ex Presidente francese, Valéry Giscard d'Estaing, allora presidente della Convenzione per la Costituzione europea, ed espresse quel giorno la sua passione per il Monte Bianco, da lui sceso con gli sci, e le sue belle parole per la nostra Valle. Ci si chiede perciò legittimamente che cosa abbia portato all'oblio, se non una caduta verticale della credibilità della politica valdostana per essere dimenticata quando Macron lancia politiche ambientali attorno al Monte Bianco. Il Presidente francese, infatti, ha scelto, a due passi da noi, lo spettacolare palcoscenico del Monte Bianco per annunci importanti che ci riguardano perché le Alpi devono avere una loro unitarietà di fronte alle grandi emergenze del riscaldamento globale e - lo ripeto! - l'assenza valdostana pesa perché mostra certo un disinteresse francese ad una condivisione fra "cugini", ma anche la scarsa considerazione con cui oggi viene pesata la Valle d'Aosta e questo in passato non sarebbe avvenuto. Considero per questo tutto ciò molto grave e poco convince la scusa «Macron voleva parlare coi cittadini francesi», quando il Monte Bianco ha una transnazionale, come ben sa un europeista come Macron. Ma vediamo cosa ha detto il Presidente, partendo da un gustoso articolo di "Le Point", che racconta dell'agenda, compresa la notte in rifugio: "Il est arrivé mercredi soir en petit train au refuge de Montenvers, à 1.913 mètres d'altitude, après avoir présidé son quatrième conseil de défense écologique. L'heure est grave. Le vocabulaire, martial. Les moyens (de communication) sont massivement déployés: après un dîner avec des experts du climat, le président gagnera les sommets, jeudi matin, pour contempler devant les caméras le spectacle désolant qu'offre la mer de Glace, délavée par la pluie, sans manteau neigeux, dont le recul accéléréces dernières années est l'illustration la plus frappante, en France, de l'impact du réchauffement climatique. «Le combat contre le réchauffement et pour la biodiversité est un combat d'aujourd'hui», a-t-il confié à nos confrères du Dauphiné. À quelques semaines des municipales, alors que se profile une vague verte qui risque d''emporter plusieurs candidats de La République en marche, Emmanuel Macron fait barrage: il promet l'action pour la deuxième partie de son quinquennat. Le message relayé par son entourage déborde d'enthousiasme: «On va voir ce qu'on va voir», «Oui, mais quoi, concrètement…?». «Deux jours de déplacement, insiste un conseiller. Tous les ministères sont mobilisés». Au pied du Mont-Blanc, la température n'est pas descendue sous les -10 degrés depuis le 1er octobre - un record. La planète se réchauffe, inexorablement, et la France est en retard sur ses objectifs de réduction des émissions de gaz à effet de serre: 445 millions de tonnes de CO2 ont été rejetées dans l'atmosphère en 2018, exactement comme en 2015… Alors qu'il va falloir tomber à 100 millions pour atteindre, comme promis, la neutralité carbone en 2050. Le sentiment d'urgence justifie pleinement l'existence d'un conseil de défense, et que le chef de l'État déplacer avec lui la nation dans les Alpes pour annoncer son plan". Insomma: negli annunci Macron ha posto i temi ambientali al primo posto della sua agenda, confermando anche nuove misure di contenimento lungo la via francese verso la vetta del Bianco per evitare eccessi, pericoli e folklore. Anzi, declina così il "Dauphiné Liberé": "Le président a annoncé la mise en place d'une aire protégée sur le Mont-Blanc qui n'autorisera que la pratique de l'alpinisme et du ski de randonnée, sous peine d'une amende. De 135 à 1.500 € d'amende! Cette amende se veut dissuasive et pourrait s'élever de 135 puis 1.500€". Sui TIR e sul traffico pesante, rispetto a certe proteste degli abitanti della Vallée de l'Arve, Macron è stato generico, ma con una novità ripresa dallo stesso giornale: "Le président pense que le déplacement de l'aire de régulation du Fayet serait effectivement «une bonne idée»".