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14 mar 2019

I trent'anni del Web a due passi dalle Alpi

di Luciano Caveri

Una premessa è d'obbligo e la traggo da un articolo di qualche anno fa su "Webnews" che racconta con molto efficacia di un'invenzione che, pur con passaggi precedenti, si concretizza in un giorno di trent'anni fa. Ecco il racconto: "12 marzo 1989, Ginevra, "Cern" - Tim Berners-Lee quel giorno varcò senza neppur farci caso la frontiera tra la Svizzera e la Francia: il "Cern" è così, costruito proprio sul confine tra i due Paesi, nella periferia alta di Ginevra: con ingresso in Svizzera, ma con visuale su viti, montagne e borgate francesi. Per arrivare al suo ufficio, "TBL" doveva attraversare tutto il comprensorio del "Cern" per giungere sul fronte francese, esattamente pochi metri al di là del confine teorico tracciato dalle mappe. Neppure i confini hanno però una loro importanza in questo contesto: il "Cern" è di fatto sotto amministrazione svizzera, ma al di fuori della giurisdizione dei due Paesi confinanti. Una sorta di territorio libero e transnazionale, insomma, nel quale sventolano oltre venti bandiere ivi compreso il tricolore italiano".

"In mano Tim Berners-Lee aveva alcuni documenti - continua il racconto - compì il solito percorso attraversando il parcheggio fino all'ingresso, quindi salì in ascensore. Secondo piano, a destra. Lì v'era l'ufficio "2-012" nel quale nelle settimane precedenti il documento era stato messo a punto: su quei fogli v'erano le parole e le linee che rappresentano la prima pietra di quel che sarebbe stato il Web. Poco più tardi avrebbe presentato il tutto a Mike Sendall, cercando di persuaderlo del fatto che v'era una soluzione ai problemi di information retrieval e organizzazione della documentazione del "Cern". Una soluzione che, forse, sarebbe andata anche un tantino oltre. Era il 12 marzo del 1989: in Italia le radio suonavano i brani del "Festival di Sanremo" e Giovanni Trapattoni stava vincendo lo scudetto con l'Inter. A Ginevra, in Italia e in tutto il mondo non v'era la minima consapevolezza del fatto che quel giorno sarebbe passato alla storia: quel semplice documento nelle mani di Tim Berners-Lee univa infatti i puntini di anni di evoluzione tecnologica ed immaginario cyberpunk, scoprendo che ne sarebbe uscita una sorta di opera d'arte in grado di vivere vita propria. Ma è soprattutto il "dove" ad assumere un significato particolare in questa vicenda. Perché anzitutto non si può mettere una sola bandiera sull'invenzione, né in termini di organizzazione, né in termini di localizzazione. Come se la sua dimensione transnazionale fosse scritta fin dal primo momento, il Web è nato non al di fuori, ma al di là di ogni confine. Né Svizzera, né Francia, ma nei pressi di Ginevra, su un confine tracciato da guerre e accordi bellici, posizionandosi su di una mappa che prevede uno spazio offerto alla ricerca: il "Cern", organizzazione europea per la ricerca nucleare. Laddove dovrebbero essere gli atomi a dover essere nel cuore delle attività dei ricercatori, viene a manifestarsi l'impellente esigenza di rendere la ricerca stessa più efficiente e performante. Troppe informazioni, troppi documenti, troppi limiti nelle comunicazioni: serve un qualcosa che consenta di andare oltre metodi precostituiti, materiali limitanti e formalismi che bloccano il pieno e libero sviluppo del potenziale del "Cern". Di fatto, quindi, l'idea del Web nasce dalla ricerca stessa, come necessità primaria per accelerare lo sviluppo. Prima di entrare nel "Building 31", Tim Berners-Lee si è probabilmente guardato attorno. Il suo orizzonte è limitato: una grande collina, popolata da viti, con alcuni storici casali sui vari cocuzzoli che si stagliano sul cielo blu e le Alpi innevate". Scusate la lunga citazione, ma ho trovato questa descrizione molto suggestiva e misura anche - nel raffronto con la situazione odierna - quanto il Web si sia evoluto in tre decenni e quanto incida su di noi e sulla nostra vita. Scrive il giornale svizzero "Le Matin" in queste ore ed è una riflessione che rende solidi i festeggiamenti che ci saranno: "Le "Cern" fêtera mardi les 30 ans du World Wide Web, alors que les fake news et les réseaux sociaux retardent son entrée dans la maturité. Au point de pousser son inventeur, Tim Berners-Lee, à lancer une campagne pour «sauver le Web». Ce jeune physicien britannique avait imaginé un «système de gestion décentralisée de l'information», alors qu'il travaillait au Centre de calculs de l'Organisation européenne pour la recherche nucléaire ("Cern"), à Meyrin (GE). Le 12 mars 1989, il publie un article considéré comme l'acte de naissance du Web (la Toile en français). Trente ans plus tard, rien ne distingue l'ancien bureau de M. Berners-Lee, si ce n'est une plaque commémorative apposée à l'entrée et un vieil extrait de l'annuaire du "Cern" affiché sur la porte. A côté du nom Berners-Lee Timothy, quelqu'un a malicieusement écrit: "momentanément absent du bureau". «Tim travaillait énormément, la lumière était toujours allumée dans son bureau», raconte à l'AFP François Flückiger, qui a repris la direction technique du Web au "Cern" après le départ de M. Berners-Lee au "Massachusetts Institute of Technology - Mit", aux Etats-Unis, fin 1994. Tim Berners-Lee était en charge de l'annuaire interne du "Cern", mais en marge de son activité il cherchait à permettre aux milliers de scientifiques dans le monde de partager à distance leurs recherches sur les travaux de l'organisation". Ecco poi l'evoluzione dell'idea: "«Dès le départ, la dimension planétaire était présente. Très tôt, on a eu la sensation que l'histoire s'écrivait», même si son supérieur a qualifié son premier mémo sur le Web de «vague», raconte Flückiger. En 1990, le Belge Robert Cailliau rejoint Tim Berners-Lee pour contribuer à la promotion de son invention qui repose sur le langage "html" - un standard qui permet de créer des pages web - le protocole d'échange hypertexte "http" - qui permet à l'utilisateur de demander, puis de recevoir une page web - et les adresses "url". Fin 1990, Tim Berners-Lee rend opérationnel le premier serveur et navigateur Web au "Cern". Du mouvement #MeToo à la dénonciation des violations des droits humains, ce réseau a permis à une "énorme quantité d'activités humaines de prospérer", assure avec enthousiasme Ian Milligan, professeur spécialisé dans l'étude des archives du Web à l'université de Waterloo au Canada. Aujourd'hui à la retraite, M. Flückiger considère la Toile comme l'une des trois inventions majeures du XXe siècle ayant conduit à la société numérique (avec la "technologie ip" et les algorithmes de recherche "Google"). Mais avec «le harcèlement numérique, les fake news, l'hystérisation des foules on se demande si on n'a pas finalement créé un monstre aujourd'hui hors de tout contrôle», déplore-t-il, observant avec amertume l'étalage de la vie privée sur les réseaux sociaux et la prédominance, sur le Web, des «croyances» «face aux connaissances». Pour Niels Brügger, directeur du "Centre des études sur Internet" au Danemark, «il n'est pas surprenant qu'une fois qu'une nouvelle technologie est mise à la disposition des utilisateurs, ils commencent à la modifier et à la développer pour répondre à de nouveaux besoins». En janvier, le secrétaire général de l'ONU Antonio Guterres a réclamé devant le "Forum économique mondial - Wef" à Davos une réglementation «douce» du Web, déplorant que des pays l'utilisent pour violer les droits humains". L'inventore del sistema, poi evolutosi, ha le idee chiare: "Tim Berners-Lee, lui-même engagé dans ce combat pour «sauver le Web», réclame le lancement en 2019 d'un «Contrat pour le Web», basé sur un accès pour tous et le droit fondamental au respect de la vie privée. Darkweb, cybercriminalité, fake-news, vols de données personnelles sur les réseaux sociaux... «Le Web a été détourné par des escrocs et des trolls», constatait-il dans une tribune publiée le 6 décembre par le New York Times". Sono temi etici e persino dai risvolti penali che pesano oggi moltissimo ed il Diritto stenta ancora a permettere - nei singoli Paesi, in Europa ed anche in una dimensione planetaria - di trovare soluzioni concrete che non uccidano il Web, ma che viceversa non consentano al Web di fare del male. Una sfida per l'umanità.