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26 giu 2018

La "Matura" quarant'anni fa

di Luciano Caveri

Mettiamola così: la Maturità di quest'anno, iniziata ieri con l'attesa e discussa prova scritta di italiano, è come un colpo al cuore perché quarant'anni fa, ma qualche giorno dopo perché allora la "Matura" era ad inizio luglio, chiudevo non male le Scuole Superiori al Liceo "Carlo Botta" di Ivrea. Noi della gloriosa III B ci ritroviamo ancora, con rare eccezioni, per evocare quei giorni e lo faremo di nuovo tra poco tra risate e ricordi. Per fortuna alcuni di loro hanno memoria formidabile delle nostre (e anche mie) gesta di liceali e devo dire che non ci facemmo mancare niente... Ciò detto un'osservazione preliminare: invidio i ragazzi di oggi per l'enorme possibilità, pur nel terno al lotto di questa prova impegnativa, grazie alla varietà di temi proposti, mentre una volta era un "prendere o lasciare"!

Trovo molto interessanti le tracce proposte quest'anno e mi pare che non ci siano certi svarioni o cadute di stile del passato. In sintesi estrema. L'autore scelto per l'analisi del testo, per la prima prova di italiano della maturità 2018 è stato un brano di Giorgio Bassani tratto da "Il giardino dei Finzi Contini" (pubblicato da Einaudi nel 1962). E' ovvio che il tema - la storia di una famiglia di ebrea sconvolta dalla guerra e dall'ondata antisemita che porta poi ai campi di sterminio - lo avrei potuto affrontare già nel 1978, avendo visto il film al cinema, mentre in realtà all'epoca il libro non lo avevo letto. Il tema di attualità, quello di ordine generale, chiedeva invece allo studente di analizzare il principio dell'eguaglianza formale e sostanziale nella Costituzione. A disposizione dei candidati, il testo relativo all'articolo 3 della Carta: "si richiede un'analisi ed un commento sul tema in questione, anche in relazione ai tempi e alla storia presente". Molto complesso per un maturando, tenendo conto della flebile infarinatura di diritto costituzionale ed il rischio incombente di cadere nella melassa della retorica. Lo avrei svolto, partendo dalla complessa vicenda storica del famoso termine "Egalité". Per il tema storico la traccia chiede di parlare della nascita dell'Europa, nello spirito della cooperazione internazionale, tra le macerie lasciate dal secondo conflitto mondiale, e il ruolo cruciale di Alcide De Gasperi ed Aldo Moro. L'evocazione di Moro avviene a quarant'anni dalla sua morte - lo stesso mio anno della Maturità, come dicevo all'inizio - ed è certo uno spunto che mi sarebbe piaciuto molto, anche se ben sappiamo - ma chi fa la Maturità in Valle dubito lo sappia - del ruolo in scuro e poco in chiaro che De Gasperi ebbe sull'Autonomia speciale valdostana, più in una logica di riduzione che di valorizzazione. Per i quattro saggi brevi, quello di ambito storico-politico propone una riflessione sul nesso tra massa e propaganda, con brani di Giulio Chiodi ed Andrea Baravelli. Un campo minato, ma che forse potrebbe avere avuto successo, perché argomento, per così dire, molto giovanile. Certo che con le influenze crescenti del Web e con la storia delle "fake news" si tratta di una pacchia per chi ne avesse le conoscenze. L'ambito artistico-letterario esplora "i diversi volti della solitudine nell'arte e nella letteratura" (con brani di Francesco Petrarca, Luigi Pirandello, Salvatore Quasimodo, la poesia di Alda Merini "La Solitudine", Emily Dickinson ed immagini di opere di Giovanni Fattori, Edvard Munch ed Edward Hopper). Argomento da "secchioni", che immagino sia stato piuttosto disertato dagli studenti e vista la moltitudine di spunti proposti a rischio. Per l'ambito tecnico-scientifico va affrontato il dibattito bioetico sulla clonazione (con un articolo di Elisabetta Intini tratto da "Focus.it"). Questo mi pare un tema più all'attenzione qualche anno fa, ma esistono mille strade per fare approfondimenti che ci diano il senso di un mondo che cambia, pur tra mille inquietudini. Dovessi dire: pende il rischio di trovarsi con membri della Commissione molto ideologizzati sul tema che ti sparino addosso. Ambito socio-economico: la creatività, dote d'immaginare, come risultato di talento e caso. Mica male neanche questo e forse per la mente plastica di un ragazzo appena maggiorenne le possibilità di essere... creativi sono molteplici. Difficilmente lo avrei scelto, se non a fronte di altre tracce - e non è il caso - meno nelle mie corde. Resta il giusto «in bocca al lupo» per il migliaio di ragazzi valdostani impegnati nella prova, che sicuramente non dimenticheranno questo passaggio della loro vita, sapendo che ansie, paure e nervosismi di queste ore spariranno dalla memoria - forse non da qualche incubo notturno - perché la verità è che, per nostra fortuna e a nostra difesa, tendiamo a colorare di rosa il passato.