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20 gen 2018

Storia: quando esplose il ponte di Ivrea

di Luciano Caveri

La prossima settimana a Ivrea ci sarà una giornata di lutto cittadino per ricordare il partigiano Amos Messori, nome di battaglia "D'Artagnan", classe 1922, ultimo superstite di un gruppo di Giustizia e Libertà che fece saltare il ponte ferroviario di Ivrea sulla Dora Baltea. Era il 24 dicembre del 1944 e questa azione salvò la città da un bombardamento alleato. Lo stesso D'Artagnan ricostruì anni fa con un linguaggio semplice - e trovo interessante proporne la lettura - la dinamica dei fatti, ricordando il ruolo del Comandante della banda, Mario Pelizzari, noto come "Alimiro": «La "Cogne" di Aosta produceva per la Germania: siluri, bombe anticarro, canne da cannone, ed altro materiale bellico, per un quantitativo di circa 1.300 quintali giornalieri. E' questa produzione che dobbiamo riuscire a disturbare con azioni di sabotaggio».

«Descrivo i tre eseguiti:

1° sabotaggio (fine giugno). La nostra formazione G.L. di Champorché ci procura circa venti chilogrammi di plastico, piccola quantità, ma sufficiente per danneggiare la struttura portante del ponte ferroviario, in modo da bloccare il trasporto. Con il prezioso carico partiamo in nove da "Casa Lapis", via San Pietro Martire. Quattro partigiani armati, restano all'uscita della galleria (lato Montalto), altri cinque si inoltrano dentro, naturalmente a piedi nel buio, per raggiungere il ponte. Il plastico viene posto sui longaroni di base, "Alimiro" collega il tutto con una matita a tempo. A missione compiuta, ritorniamo alla base. Soddisfatti per l'esito ottenuto, malgrado la sorveglianza dei militari ai posti di blocco. Il transito dei treni cessò, e la "Cogne" fu obbligata a fermare alcuni forni, con gravi danni alla produzione bellica. "Alimiro" indirizzò lettere nominative ai Dirigenti della "Cogne" ed una lettera aperta agli operai, minacciandoli di morte se avessero deciso di riparare i danni. Le lettere raggiunsero lo scopo: i Dirigenti rifiutarono e gli operai fecero altrettanto; passarono altre due settimane. Venne invece la ditta "Savigliano" che invia alcuni specialisti per riattivare il trasporto ferroviario Ivrea-Aosta. 2° sabotaggio (14 agosto). "Alimiro" si rivolge alla 76ª "Brigata Garibaldi" per ottenere del plastico venti chilogrammi più quaranta già in nostre mani e chiese la loro collaborazione, subito accordata. Protetti da dodici partigiani della stessa Brigata con i nostri compagni guastatori raggiungiamo il ponte di Quincinetto (fortunatamente non era sorvegliato, partecipa anche il Capitano Bell). L'operazione dura ben tre ore, il ponte si spezza in più punti. Il servizio ferroviario però continua ma con enorme difficoltà per i relativi trasbordi: tra le stazioni di Pont-Saint-Martin - Quincinetto e Montalto Dora. Arriviamo al 15 dicembre 1944, la linea ferroviaria è di nuovo efficiente, i tedeschi inviano ad Aosta lunghi treni merce vuoti e là caricano materiale bellico, e ridiscendono la Valle indisturbati. Tutti i ponti ferroviari sono sorvegliati. La missione alleata "Cherokee" composta dal Maggiore Alastaire McDonald, dal Capitano Jim Bell e dal Tenente Pat Amoore (posta nel Biellese) è molto preoccupata, ritiene inevitabile bombardare i ponti, particolarmente quello di Ivrea in quanto richiederebbe maggior tempo per rimetterlo in sesto. Il 20 dicembre "Alimiro" raggiunge la missione, richiede l'esplosivo necessario e si assume la responsabilità di distruggere il ponte, con i suoi sabotatori. La richiesta appare troppo pericolosa, impensabile, ma "Alimiro" insiste ed illustra nei particolari il suo progetto: vuole evitare il bombardamento aereo in quanto la città di Ivrea avrebbe avuto sicuramente vittime e distruzioni enormi. Dopo tante insistenze McDonald accetta ma il Capitano Bell ritiene la missione troppo pericolosa e rinuncia di prendere parte. 3° sabotaggio (24 dicembre 1944). "Alimiro", avuto il plastico e con l'aiuto di una cartolina, raffigurante il ponte, disegna una sezione, studia i particolari, per la preparazione dell'esplosivo, da adattare ai tralicci ed alle putrelle della struttura metallica. Partiamo dalla nostra sede con tutto il materiale già predisposto in ordine di montaggio. Disponiamo cinque partigiani all'uscita della galleria ("Gim", "Franco", "Carlo", "Lapis" ed "Oreste").Per evitare i posti di blocco, gli altri otto proseguono la strada per Sant'Antonio, attraversano la statale verso la Casa di Cura, svoltano a sinistra fino al Ghiaio, a pochi passi dal ponte Vecchio, via Gozzano, piazza Lamarmora e poi sotto "villa Demaria", arriviamo alla ferrovia. Il comando del gruppo viene affidato a "Noto": Dispone "Nuccio" e "Pettirosso" sotto la "villa Demaria", dove c'è il Comando Tedesco. "Sparito" e "Fulmine" davanti alla caserma "Valcalcino". "Saetta" e "Noto" all'imbocco del ponte sulle rotaie. "Alimiro" e "D'Artagnan" disarmati vestiti in nero sul ponte, pronti per la sistemazione del plastico. Il lavoro dura due ore, e dopo mezz'ora lo scoppio! L'operazione è riuscita".

Azione di sabotaggio che ricorda appunto un ruolo talvolta poco conosciuto della fabbrica "Cogne" in epoca fascista. Leggiamo cosa scrive sull'inizio il celebre architetto torinese Luca Moretto sul sito storiaindustria.it: «La seconda metà degli anni Trenta vede un'inversione di tendenza: per il regime fascista diventa essenziale la questione della "difesa nazionale", con il conseguente potenziamento della siderurgia bellica speciale. Il piano autarchico del fascismo, unito ad una volontà di potenza militare, comporta un rilancio della siderurgia a ciclo integrale. In tale ottica la "Cogne", ormai sotto il totale e diretto controllo dello Stato, diventa necessaria per la produzione pesante di guerra. E' una stagione di crescita continua, con un'impennata produttiva verso il biennio 1941-1942, lungo tutto il primo tratto del secondo conflitto mondiale, prima del crollo del fascismo (25 luglio 1943). Con l'8 settembre gli occupanti germanici assumono il controllo degli stabilimenti aostani: incertezza ed attesa, quindi, fino alla liberazione nell'aprile del 1945. Nell'ottobre del 1943 alla guida della Provincia passa Cesare Augusto Carnazzi. Euclide Silvestri è nominato Commissario straordinario della "Cogne"; la fabbrica è investita della protezione del Ministero del Reich per l'armamento e la produzione bellica, sotto la direzione di Kuttner, responsabile in Italia per la produzione del ferro e dell'acciaio». Storie da ricordare!