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09 ott 2017

La politica in Valle Sodata

di Luciano Caveri

La Valle Sodata è una ridente vallata alpina situata nelle Alpi Pennine. I suoi abitanti, fieri montanari, sono difensori inflessibili del loro particolarismo e delle tradizionali locali. La Valle è famosa per le sue bellezze naturali e l’altimetria delle sue montagne, come i massicci del Contai Nembo e del Mesta Onor e di vette proverbiali come il Crinove ed il San Parigrado, dove si sono scritte pagine importanti della storia dell’alpinismo. La Valle è dotata di un piccolo parlamentino, il Consiglio Valle, eletto dai cittadini, e di un Governo regionale che funge da esecutivo. Da sempre l'attività politica è molto seguita dalla popolazione e interpretata in particolare da partiti autonomisti locali, ormai particolarmente numerosi (l'autonomismo tira!) proprio perché frutto di questa passione per la cosa pubblica e anche - va detto - per una certa tendenza a dividersi in fazioni che rende l'assetto democratico frizzante come l'aria delle alte cime. Talvolta gli equivoci sono frutto del dialogo fra vallate, falsate dalle grida che vengono distorte dall'eco.

I politologi di tutto il mondo si stanno occupando della vita politica locale per l'esacerbarsi in questi ultimi anni di alcune tendenze assai interessanti. La prima è il susseguirsi di cambi di Governo, del tutto scissi dai risultati elettorali con cui venne composto il Consiglio Valle nella logica delle alleanze preventive previste dalla legge elettorale. Si tratta, in sostanza, di prescindere totalmente dalla volontà popolare, rifacendosi alla capacità ipnotica di una sorta di mantra definito dagli antropologi «il bene della Valle Sodata», adoperato appunto per convincere i più recalcitranti della bontà di ogni cambiamento, visto come elemento salvifico per la comunità. Ma non solo: l'interesse degli studiosi riguarda poi la variante locale di due fenomeni ben noti. Il primo è noto in letteratura come "ribaltonismo", cioè l'attività occulta che periodicamente porta al rovesciamento del Governo in carica. Il termine è molto interessante, perché viene dal sostantivo ormai in disuso "balta", vale a dire "rovesciarsi", che deriva dal latino volgare "ballitare", legato ad un verbo ben più noto, che è "ballare". Nell'italiano moderno si intende, per ribaltone, "improvviso e radicale cambiamento di posizione, rivolgimento". Ebbene, nella Valle Sodata nell'ultima Legislatura ce ne sono già stati tre di ribaltoni ed ora si profila il quarto che porterebbe al quinto Governo, con una media invidiabile di uno per anno. Quintilio De Lippolis della "Sapienza" di Roma ritiene che, se vale l'analogia fra ribaltone e ballo, il brano musicale più adatto alla bisogna - alla dimostrazione dell'afflato romantico alla base dei ribaltoni nella vallata a dispetto di quanto avviene senza nobiltà nella pianura - è un lento dal celebre cavallo di battaglia di Mina "Grande, grande, grande", in cui si fotografa la ratio passeggera dei bruschi cambiamenti. Il testo della canzone del famoso paroliere Alberto Testa dice, infatti: «Ti odio poi ti amo poi ti amo, poi ti odio, poi ti amo, non lasciarmi mai più sei grande, grande, grande come te sei grande solamente tu. Ti odio poi ti amo poi ti amo, poi ti odio poi ti amo non lasciarmi mai più sei grande, grande, grande come te sei grande solamente tu» Questa logica del cambio di strategia secondo, invece, Philippe Bonasson della "Sorbona" di Parigi è in sostanza un metodo per tenersi allenati, sin dai primi abitatori della vallata, ripresa anche nel celebre film "Karate Kid", «Dai la cera, togli la cera» del saggio Kesuke Miyagi, che imprime così il ritmo del cambiamento. Il secondo fenomeno, collegato al primo, è il trasformismo. La variante locale ricorda certo le vicende ottocentesche e le manovre ardite di Agostino Depretis ed alla sua capacità di mettere in piedi maggioranze occasionali con grande spregiudicatezza, ma assume coloriture proprie, come tavoli comuni alle sagre di paese che già prefigurano i cambiamenti o patti di ferro nella cantine "giuste". Dice l'enciclopedia della Val Sodata: "con riferimento alla politica, il termine trasformismo è stato assunto come elemento straordinario e salvifico. E' in evidente malafede chi parla o scrive di azioni spregiudicatamente intesa ad assicurarsi una maggioranza parlamentare od a rafforzare la propria parte, sia la prassi di ricorrere, invece che al corretto confronto parlamentare, a manovre di corridoio, a compromessi, a clientelismi, senza più alcuna coerenza ideologica con la linea del partito. Nella versione valsodarese siamo di fronte ad un'azione nobile e chi la esercita dimostra coraggio e dirittura morale". La Valle Sodata, insomma, è diventata un laboratorio politico, anche se gli scienziati della politica ammoniscono i protagonisti su un solo rischio, quello di essere inseguiti da montanari con i forconi.