Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
05 nov 2016

Fra i Morti e Halloween

di Luciano Caveri

Esistono due flussi che si incrociano in queste ore, in cui non è facile intravvedere con esattezza che cosa sia il sacro e cosa il profano, che cosa sia cristiano e cosa pagano. I fatti sono ingarbugliati in realtà: quando si faceva catechismo, in epoca - la mia - in cui la diversità religiosa non era come quella di oggi, ma era rappresentata solo dai Testimoni di Geova (a fianco a casa mia li vedevo, compitissimi, entrare nella loro "Casa del Regno"), avevamo certezze sul fatto che la nostra religione fosse quella "giusta", che aveva distrutto, nel senso salvifico, tutto quanto di illogico c'era prima. Almeno così ci veniva rappresentata in barba al filone attuale con un ecumenismo aperto al rapporto con tutte le altre religioni (distinguerei quei fedeli che ci tagliano la testa nel nome del loro Dio).

Poi con il tempo, specie quando mi è capitato di studiare la Storia della Chiesa, ho scoperto almeno due cose sempre più corroborate dalle letture. La prima è che è una balla che l'arrivo e l'affermarsi della cristianità abbiano portato via tutto il pregresso: il Natale è l'aspetto più macroscopico per la scelta della data e tutti quegli elementi accessori che dimostrano come l'affermarsi di riti e credenze abbia in buona sostanza ripreso in parte quanto già esisteva prima, dandone nuove vesti. Il secondo è che molte scelte, frutto di decisioni a tavolino da Concilio e affini e anche sulle Alpi di feroci repressioni delle eresie, sono le tradizioni e i dogmi che vengono fissati. Così di questi tempi: il culto dei Morti, che in questi giorni come cristiani affermiamo, ha un aspetto sacro, che fa i conti con antiche e sofisticate elaborazione del lutto, manifestatesi variamente nella speranza che gli scomparsi avessero un Aldilà e con molteplici forme di utilizzo dei corpi e dei monumenti per contenerli ed evocarli. Nulla si ferma: pensiamo alla cremazione, cui aderisco con entusiasmo. Spiegava "La Repubblica": «La Congregazione per la Dottrina della Fede ha messo a punto una "Istruzione" circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione. E le indicazioni sono molto diverse da quelle dello Stato italiano. Con una novità: la cremazione non è contraria alla fede, ma non è permessa la dispersione delle ceneri "nell'aria, in terra o in acqua o in altro modo" né la loro conversione "in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, come i diamanti pubblicizzati da aziende svizzere e prodotti con i resti del caro estinto». In linea di massima poi «la Chiesa continua a preferire la sepoltura dei corpi rispetto alla cremazione poiché con essa si mostra una maggiore stima verso i defunti». Francamente mi sfugge la ragione di certe scelte, ma pare che la Chiesa italiana fosse più aperta a novità, ma sia andata sotto, per via di Chiese più conservatrici, nella definizione del documento dal titolo "Ad resurgendum cum Christo". Ricordo che la legge regionale valdostana fu fra le prime a consentire la dispersione delle ceneri, pratica che comunque avveniva già clandestinamente e io stesso ho avuto amici che hanno voluto che questo spargimento delle loro ceneri fosse fatto sulle nostre montagne, anche quando era vietato dalle norme civili. Ma dicevo all'inizio del profano e del pagano: in fondo il filone grottesco di "Halloween", di origine celtica e tornato in Europa dagli Stati Uniti dove lo portarono gli irlandesi, fa parte di un filone di rappresentazione e di esorcizzazione di tante paure, messe in maschera, che culminano naturalmente con la messa in ridicolo della Morte e con l'interessante presenza dei bambini del "dolcetto scherzetto" come sublimazione della vita. Un esercizio salutare, che a ben vedere non è irrispettoso nelle sue radici più profonde, perché il lutto che alberga in queste ore, nel ricordo di chi non c'è più, per chi crede dovrebbe essere accompagnato - come fanno i messicani per i Morti con picnic sulle tombe - da momenti di gioia per chi è entrato, almeno si spera per le loro anime quando meritevoli, in una dimensione eterna e gioiosa. Il pianto e il riso: le due facce del mondo, ben prima degli emoticon...