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04 feb 2016

Il fumo fra proibizionismo e educazione

di Luciano Caveri

Sono passati ormai più di dieci anni dalle norme che vietarono di fumare nei locali pubblici e sembra passato un secolo. Capita con gli amici di evocare quegli anni in cui nei bar e nei ristoranti, ma io ricordo anche i comizi politici in sale piene di fumo, ti capitava di avere persone vicino che ti ammorbavano con la loro dose di nicotina e affini. Tutti eravamo convinti che l'applicazione della legge sul divieto di fumo sarebbe stata un buco nell'acqua ed invece restammo stupiti di come regole così cogenti fossero state facilmente metabolizzate, senza proteste e con una disciplina degna di un Paese scandinavo. Da domani si cambia ulteriormente marcia, in applicazione di una direttiva comunitaria, con una serie di regolette.

Fumare in un'automobile dove viaggiano donne incinte, puerpere o bambini sarà sanzionato duramente. Prevista una multa fino a 500 euro; diventano "smoke free" anche i luoghi in prossimità di strutture universitarie ospedaliere, dei presidi ospedalieri e degli istituti di ricerca scientifica e di cura pediatrici; inasprite le sanzioni per chi vende tabacco ai minorenni. Se un tabaccaio vende sigarette, per due volte, a chi non ha compiuto 18 anni di età, rischia la revoca della licenza; le immagini e le frasi presenti sui pacchetti di sigarette diventeranno più forti. Ci saranno foto di bare, di persone malate, di parti del corpo lese dall'uso di nicotina, accompagnate da scritte quali: "provoca l'ictus", "aumenta il rischio di cecità", "può uccidere il bimbo nel grembo materno"; ci sarà maggior controllo anche sulle sigarette elettroniche, soprattutto riguardo alla vendita agli "under 18" ed una "stretta" sul contrabbando; le confezioni da dieci sigarette vengono tolte dal commercio. Saranno limitate anche quelle con aromi (come mentolo e vaniglia) ritenute pericolose perché alterano la percezione della pericolosità delle sigarette. Ci sarà una quantità massima di tabacco sfuso acquistabile sarà di trenta grammi; infine, un'altra legge, quella sulla "green economy", che entra in vigore sempre domani, sanzionerà chi butta mozziconi a terra. Previsti fino a 300 euro di multa.

Che dire? Io non sono mai stato fumatore, ma le prime sigarette che ho fumato da ragazzino, senza riceverne soddisfazione e dunque mollai lì - seduto in poltrona al cinema "Ideal" di Verrès - furono sigarette al mentolo, oggi destinate al macero. Così come per la generazione dei miei genitori fumare in macchina o nei pressi di noi bambini non era affatto un problema. Aggiungerei che le scritte e le foto da paura sui pacchetti - ma in altri Paesi europei fanno persino scomparire le marche delle sigarette dai pacchetti, rendendole anonime - penso che siano uno strumento rozzo e inutile. Resta semmai il problema che il fumo continua ad esserci e con l'allargamento di clientela, ad esempio alle giovani donne, e con categorie che sono pervicacemente legate al fumo, come molti medici, con l'evidente contraddizione di chi predica bene e razzola male. E come reagire contro questa contraddizione - di norme sempre più severe e un manifesto proibizionismo - di uno Stato che guadagna con le tasse dalle sigarette, ma in realtà il costo delle patologie derivanti dai tabagisti per la sanità pubblica non è certo compensato dagli introiti e certe perdite umane per il fumo addolorano perché si tratta di una sconfitta del buonsenso, a fronte di studi scientifici ormai inoppugnabili sui danni. L'"Organizzazione mondiale della sanità" sostiene che a causa del fumo muoiono ogni anno nel mondo sei milioni di persone (600mila di questi hanno solo respirato il fumo degli altri!). Per chi, come me, si sente naturalmente libertario, e capisce bene i rischi del fascino di certo proibizionismo, che fa della trasgressione un elemento forte (ciò vale anche per le "droghe leggere"). La via maestra dovrebbe essere l'informazione e l'educazione, che valgono per il fumo e per molto altro in un percorso di cittadinanza matura e consapevole. Non si tratta di avere uno Stato paternalista e impositivo, ma di fornire elementi che consentano di avere consapevolezza piena dei rischi che si corrono.