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13 gen 2016

Dalla Magia al Befano

di Luciano Caveri

Eccoci ormai giunti alla chiusura del ciclo delle feste natalizie, passate in un battibaleno e drammatizzate dall'arrivo tardivo in chiusura dell'agognata neve. La Befana - che oggi dominerà la scena - per me, da bambino, era un personaggio marginale. In Valle d'Aosta e nel resto delle Alpi (la Befana è d'origine appenninica) a dominare la scena erano, sino a pochi anni fa, i Re Magi, piazzati nel presepe a Natale e fatti avvicinare alla capanna della Natività, simulando quel viaggio all'inseguimento della cometa che ci veniva raccontato come realmente accaduto al catechismo. I regalini del 6 gennaio - giorno dell'Epifania - non entravano in nessuna calza, ma erano merito, in un'alea di indeterminatezza sull'esatto perché, proprio dai Magi.

Come noto, i personaggi sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo (ma altro si ricava da Vangeli Apocrifi), che parla di questi Magi che dall'Oriente arrivarono a Gerusalemme durante il regno di Erode alla ricerca del neonato Gesù. Al racconto evangelico estremamente scarno, la successiva tradizione cristiana ha aggiunto alcuni particolari: il fatto che fossero tre (sulla base dei tre doni portati, oro, incenso e mirra), che si trattasse di Re e si chiamassero Melchiorre, Baldassarre e Gaspare. Nino Gorio su "Focus Storia" spiega: «Fuori dal vangelo, infatti, i magi erano i sacerdoti dei Medi, avi degli attuali Curdi: un popolo montanaro che nel VI secolo a.C. fu sottomesso dai Persiani. Il greco Erodoto dice che interpretavano i sogni e studiavano gli astri. Che dio adorassero in origine, non è chiaro; ma in tempi storici praticavano il mazdeismo, religione che aveva il suo profeta in Zoroastro e il suo simbolo nel fuoco». Poi, più avanti, un'annotazione politica: «Il testo di Matteo è però attendibile? Gli storici sono scettici. "Tutto lascia pensare" osserva Mauro Pesce, docente di storia del cristianesimo a Bologna "che la vicenda dei Magi sia solo un artificio letterario-propagandistico. Matteo scrisse intorno all'anno 80, quando la nuova religione si stava diffondendo fuori dalla Palestina. Probabilmente il suo vangelo volle lanciare un messaggio ai non-Ebrei". Si aggiunge una seconda intervista assai significativa: "Nel racconto evangelico" aggiunge Francesco Sforza Barcellona, docente di storia del cristianesimo all'Università di Roma-Tor Vergata "ci sono messaggi in codice anche per gli Ebrei. Evidente è lo sforzo di far quadrare la figura di Gesù con le profezie bibliche. Per esempio nel Salmo 71 (ora 72) si prediceva che al Messia sarebbe stato donato "oro d'Arabia" e che "i re degli Arabi e di Saba" (leggi Yemen) gli avrebbero "offerto tributi". Ed ecco l'adorazione dei Magi, che con il loro oro "legittimano" Gesù in base ai parametri biblici"». Insomma: un dedalo di simboli, rimandi, spiegazioni che dimostrano come miti e credenze possano alimentare un racconto breve, riempiendolo di vicende che risultano avere radici e utilità. Ma ad aggiungere elementi ulteriori ci pensano poi la cronaca e certe baggianate. Quest'oggi a Madrid - dove per tradizione sfilano i Re Magi - ci sarà un Re Magio donna contro le discriminazioni di genere. L'idea è dei consiglieri municipali di Ahora Madrid (il nuovo partito "orizzontale" vicino a Podemos, Izquierda Unida ed al Psoe - Partito socialista operaio), che hanno stabilito che nei distretti capitolini di Puente de Vallecas e San Blas-Canillejas uno dei tre personaggi che sfilerà nella tradizionale cabalgata natalizia, dovrà essere necessariamente una donna per favorire anche durante il Natale le "quote rosa".
Si tinge così di ridicolo la tradizionale cavalcata de "Los Reyes" e certo se tanto vale, allora ci manca solo di proporre - per parità di genere - il "Befano" (si prega astenersi da battute...).