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22 set 2015

Parte l'anno scolastico

di Luciano Caveri

Mi sembra logico scrivere sulla Scuola. Il perché è facile: nel calendario della scuola differenziato per Regioni, oggi si apre l'anno scolastico in Valle d'Aosta. Tuttavia confesso una certa titubanza. Cominciamo dalla cronaca: stamattina con mia moglie accompagneremo il più più piccolo dei miei figli che inizia l'ultimo anno delle "Materne". Mia figlia, invece, comincia l'ultimo anno del Liceo classico. Il più grande ormai è, con qualche andirivieni nelle scelte, all'Università. La novità di quest'anno è la #buonascuola - uso l'hashtag che sembra ormai una costante del "renzismo" - che ho seguito nel suo iter e nei suoi intenti di modernizzazione e che, per ora, pare aver sortito l'avvio della stabilizzazione dei precari. In Valle d'Aosta sul punto si è fermi al palo in attesa, par di capire, di dare base giuridica ad accordi politici.

I parlamentari valdostani hanno mancato, come ormai avviene in molte leggi importanti, l'inserimento di norme specifiche. La questione non è banale, perché il settore scolastico è interamente autofinanziato dalla Valle, ma a questo impegno economico non corrisponde altrettanta capacità decisionale e sono troppi i cordoni ombelicali con la scuola italiana, un po' per responsabilità sindacali che mai hanno voluto uno status giuridico regionale degli insegnanti per chissà quali paure, un po' perché la parte burocratica della scuola ha visto una maggioranza di Sovrintendenti che per ogni starnuto chiedevano a Roma per essere rassicurati. Sulla politica, invece, basta scorrere gli assessori susseguitisi per vedere chi era capace e aveva iniziato lavori seri, mentre di recente siamo purtroppo precipitati ai minimi storici per manifesta incompetenza. L'anno scorso, ma me ne sono pentito, sono andato a fare il rappresentate di classe dei genitori, che conta meno del "due di picche" a briscola. Pur essendo una rotellina infinitesimale del sistema di partecipazione scolastica, constato che nessuno ci ha fatto sapere che cosa cambierà per i nostri figli con la riforma. Per cui ci si deve limitare alla lettura dei documenti nazionali, che sono la dimostrazione di come non bisognerebbe scrivere. Traggo alcuni punti da documenti ministeriali, cominciando dalla nascita del "Nucleo di valutazione" in ogni scuola. Apprezzate la prosa: "Il Nucleo realizzerà un rapporto di autovalutazione secondo questi indicatori: ambienti di apprendimento, apertura verso il territorio, pratiche educative e didattiche, livello e qualità di quello che gli studenti avranno imparato, contesto socio-economico, incidenza di quello che gli studenti apprendono sulla loro scelta di proseguire gli studi o sulle loro chance di trovare lavoro, livelli di apprendimento (vedi misurazioni Invalsi)". Aiuto! Ma proseguo indefesso, saltando tutta la parte sul dirigente scolastico, che diventa un "supereroe", che fa e disfa con grande agevolezza, così come non mi infilo nelle questione delle nuove tecnologie e dei programmi. Vengo al ruolo dei privati, tutto un grottesco anglicismo: "I privati possono finanziare la scuola tramite: "school bonus", incentivi fiscali per cittadini, imprese, associazione o fondazioni che diano alle scuole soldi per acquisti legali a determinati obiettivi formativi (per esempio, acquisto nuove tecnologie); "school guarantee", incentivi fiscali aggiuntivi allo "school bonus" per imprese che investano in processi di alternanza "scuola-lavoro" e didattica laboratoriale, qualora se ne dimostri il successo formativo; "crowdfunding", le scuole potranno avviare delle raccolte fondi rivolte ai privati su specifici progetti, per quelli che avranno molto impatto o raccoglieranno particolare consenso (cioè che raccoglieranno più soldi) il Governo valuterà se fare "matching fund" con rapporto "1:1" o "1:2", cioè "se raccogli 10 il Governo aggiunge 10 o 5"; "social impact bonds" per la scuola, l'emissione di titoli di Stato il cui ricavo andrà a finanziare, sperimentalmente, la lotta alla dispersione scolastica". Insomma, a parte la speranza che il legislatore si ricordi della lingua italiana, sono curioso anche di vedere quanti soldi ci saranno in più nella "Legge di stabilità" per la scuola, visto che si parla di clamorosi incrementi di risorse, che devono poi emergere nei documenti finanziari, perché ormai la copertura finanziaria nelle leggi è sempre ballerina. In Valle d'Aosta, per altro, ci saranno solo e di nuovo tagli anche nella Scuola (l'antipasto è già stato servito per l'educazione musicale), visto che l'amico Matteo Renzi ha sforbiciato ancora un bilancio regionale già esangue per le cospicue potature precedenti. Pensa se fosse stato un nemico... Buon primo giorno di scuola!