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03 set 2014

Giochi

di Luciano Caveri

Quest'inverno avevo esaltato l'invenzione e l'ormai rodato funzionamento degli "snowpark", quei parchi giochi sulla neve che avviano i bimbi alle disciplina dello sci attraverso attrazioni, svaghi e tappeti meccanici ben più facili dei vecchi "skilift". Sono ormai un complemento indispensabile per le stazioni sciistiche e alcune piccole località hanno trovato nel genere una propria vocazione di avvio alla montagna invernale, specie per le famiglie, che poi sono quelle che indirizzano verso certi sport piuttosto che altri. E non ripeto la solita tiritera sul fatto che in Valle d'Aosta vanno bene anche gli sport più eccentrici e esotici, ma un'occhiata di riguardo sarebbe saggio darla agli sport della montagna che ci circonda. Lo spaesamento va bene ma può essere pure un pizzico ridicolo? Anche l'estate ormai, per lo svago dei bambini, non scherza. I vecchi giochi collettivi per bambini erano divisibili in due grandi categorie. La prima era quanto inquadrabile in "fare di necessità virtù". Bastavano alcune biglie, tappi di bottiglia, sassolini, magari un gessetto o solo l'uso di di poche regole per rincorrersi, star fermi, nascondersi. Si potevano adoperare scatole di cartone, cassette di frutta, pezzi di vecchia bicicletta: la logica era ingegnarsi, specie con gli amici del cortile, del paese, con la compagnia di dove si passavano le vacanze. C'era un clima meno apprensivo e maggior controllo sociale di quanto capiti oggi, anche se poi - lo dico perché il reato per me è caduto in prescrizione - l'uso di cerbottane e soprattutto di fionde rendeva la vita piuttosto spericolata. Non cito bicicletta e pallone, perché per quelli ci vorrebbe un'intera enciclopedia. Esistevano poi i giochi pubblici, assai ristretti, genere uno scivolo e qualche altalena, ma erano appunto poca cosa e in più in genere roba ferrosa piena di insidie e frutto di disegni rozzi. Sfoghi veri erano le giostre, quando in pochi giorni, in genere attorno alle date delle feste patronali, arrivavano cose mirabolanti: dal vecchio "calcio in culo" alle macchinette elettriche, dai tiri a segno ad altri giochi d'abilità. Oggi, invece, i parchi giochi pubblici esistono quasi dappertutto e sono in certi casi come delle "Ferrari" per la loro bellezza comparate alle nostre "500" del tempo, anche se il design è in certi casi così ardito, che devi studiare come il bimbo possa salire sulla scivolo. Sembrava brutto fare delle semplici scale, per cui l'accesso è talvolta degno dei disegni di Vassily Kandinskij. Questi parchi finiscono per essere una delle "cartine di tornasole" della capacità di spesa dei propri Comuni d'apparenza. Se i giochi per i bimbi sono penosi sappiate che gli amministratori hanno malfunzionato e non meritano più la vostra fiducia, anche se ovviamente la valutazione non è da fare solo con questo elemento. Ma oggi la grande rivelazione ad uso bambini, per residenti e turisti, sta nelle aree giochi - legittimamente a pagamento, a condizione che non sia "strozzinaggio" - sono i parchi giochi dotati di gonfiabili, "tappeti elastici" ed altre amenità che mettono alla prova la "valentia" dei nostri figli. In genere sono aree colorate e allegre, alcune inserite bene nel paesaggio montano, facendo stare i bimbi "en plein air" e consentendo loro di fare i matti senza rischi e scaricando debitamente le loro pile a vantaggio del benessere dei genitori. Alcuni di questi posti sono così bellini e attrattivi che verrebbe voglia di tornar bambini e approfittarne, magari scendendo dallo scivolo del castello fatato o saltando sui tappeti elastici sino a sfinimento.